Ogni giorno tentiamo di fare del nostro meglio per stare al mondo, e può sembrare strano, ma affrontiamo tutti esattamente le stesse situazioni e siamo diretti ...
“e se non sapessi cosa fare nella mia vita?” “e se non riuscissi a realizzare i miei sogni?” “e se finissi a fare per tutta la vita qualcosa che non mi piace?” sono solo alcune delle domande che capita di fare a se stessi in un momento di ansia e paura per il proprio futuro. Ho sempre sognato in grande, sin da quando sono piccola, e questa è una radice spessa e resistente che vive ancora dentro di me nonostante io stia crescendo. Sento però che qualcosa di più grande di me inizia a tirare con il tentativo di estirparla e questo qualcosa è il crescere, la fretta, i dubbi e il modo di vivere della maggior parte delle persone. Mi sono sempre sentita un pesce fuor d’acqua anche solo nell’immaginare qualcosa in più per me e l’idea di una vita “normale” ancora mi fa molta paura, non che ci sia nulla di male in una vita “normale” se non qualcosa di male nella mia testa, per ora, perchè io lo voglio fare qualcosa che mi rappresenti e renda libera e non necessariamente qualcosa per sopravvivere, nonostante nel contesto in cui sono cresciuta il lavoro e la vita siano sempre stati sacrificio e compromesso.E forse è per questo motivo che sono cresciuta intorno a questa radice e mi sono creata l’idea e la speranza che là fuori ci fosse qualcosa in più per me, l’idea (o l’illusione) di una via di fuga da quello che sicuramente so che non voglio anche se al momento ancora non so cosa voglio. Siate orgogliosi dell’impegno e l’intenzione che continuate a mettere in voi stessi e per voi stessi, indipendentemente da come sta andando.
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40:12
conosci te stesso ma anche il resto
“nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura”, e succede a tutti, o almeno a chi è introspettivo. è come iniziare a scavare e a scavare e ad un certo punto sei finito così in profondità che ti volti e fatichi a ritrovare la strada per tornare indietro.succede un po’ lo stesso quando ci perdiamo dentro noi stessi o quando semplicemente ci ossessiona così tanto guardarci dentro che non facciamo altro . tutto vive per essere analizzato, la nostra testa non la smette un attimo e siamo costantemente dentro di noi. un po’ come quando sei così tanto nella tua testa che dopo poco ti accorgi che erano minuti che non sentivi nessun rumore intorno a te. ti eri staccato un attimo. spesso arrivare in fondo significa essere stati avvicinati da qualcosa di interessante ed affascinante, e credo che il nostro sé più profondo lo sia, così come dall’illusione di trovare delle risposte, quindi andiamo sempre più giù. in un attimo però l’entusiasmo iniziale lascia spazio a qualcosa di più spaventoso e sono le nostre paure e insicurezze, che noi demonizziamo quando ci rendono solo profondamente umani e tutti uguali, ma che comunque si fa fatica ad incontrare ed una volta incontrate, ti si appiccicano addosso. il viaggio dentro noi stessi è a tutti gli effetti un viaggio incredibile ma che succede quando inizia a consumarci?questo episodio è per chiunque si analizzi costantemente e per chi sente che ad un certo punto tutto è diventato più pesante nonostante il viaggio dentro se stesso lo abbia intrapreso inizialmente per cercare un po’ di felicità in più. forse bisogna anche imparare a prendersi una pausa, mollare gli strumenti dove sono e prendersi una boccata d’aria. la sensazione è quella di tirare fuori la testa dall’acqua. io sono in un momento del genere.
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34:16
chi siamo?
«Quando credi che l’opera che hai di fronte sia l’unica che ti definirà per sempre, difficilmente riuscirai a lasciarla andare. La spinta al perfezionismo sarà invincibile. […] Immettere un’opera nel mondo risulterà più facile se ci ricordiamo che ogni pezzo non potrà mai essere un riflesso totale di noi; è soltanto il riflesso di chi siamo in questo momento. […] » (l’atto creativo - rick rubin)la ragione dietro alla nostra difficoltà ad agire, ai nostri blocchi creativi, alla nostra esigenza di definirci e chiederci chi siamo, al nostro bisogno di over giustificarci per controllare quella che è l’idea che gli altri hanno di noi nella loro testa, è nascosta dietro al peso che lasciamo cadere su ogni singolo passo che facciamo, su ogni cosa che diciamo, come se noi fossimo tutto lì, come se noi fossimo solo quello. o almeno questa è la nostra paura. ci portiamo dietro la sensazione che tutto sia “riduttivo” e non rispecchi mai completamente ciò che ci portiamo dentro o che sta nella nostra testa. lasciare un pezzo di noi là fuori con la consapevolezza che ciò possa definirci ed etichettarci è un peso che spesso non riusciamo a sostenere ed è per questo che ci congeliamo. ritrovare la tranquillità nel relazionarci con gli altri, nell’esprimerci e dare vita alla nostre idee sta nel realizzare che nulla è un riflesso completo di ciò che siamo e non lo sarà mai, siamo molto più complessi di così e abbiamo le nostre sfumature quindi è giusto assecondare ciò che sentiamo in un preciso momento così come è giusto assecondare e dare vita alle nostre idee quando ci si presentano senza lasciare che ciò che facciamo definisca chi siamo.non lasciamo che tutto ciò ci precluda la possibilità di raccontarci.
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42:27
accetta di andare anche indietro
nella vita tutti sentiamo ad un certo punto di aver fatto dei passi indietro, di essere peggiorati, di esser ricaduti in vecchie abitudini o di aver perso dei risultati raggiunti, ma potremmo star scambiando qualcosa di temporaneo per qualcosa di definitivo. non hai perso nulla di ciò che ti sei guadagnato e sbagli a condannarti all’idea di essere peggiorato come se non ci fosse mai più nulla da fare, anche se ora senti di andare indietro e hai tanta paura. non è tutto bianco e nero come i miei disegni, che mi rendo conto ora mentre scrivo quanto possano essere un’estensione proprio di questa mia visione in bianco e nero della vita che ogni tanto mi fa catastrofizzare le cose. se sbaglio una volta, non sono mai migliorata.mi piace immaginare l’andare “indietro” nella vita un po’ come lo stare su un elastico. tutti sappiamo che più tendi l’elastico all’indietro più, una volta mollata la presa, arriverà lontano. se immagini di starci sopra ovviamente riesci a percepire della tensione, tutto sembra estremamente fragile e ti senti appeso ad un filo. più vai indietro più hai paura . ricordati anche che però è questione di tempo prima che tu possa ritrovarti lontanissimo, coprendo una distanza nel minor tempo possibile. questo ricordatelo se senti di star perdendo tempo ora perché questo momento potrebbe essere importante per te.per arrivare lontano devi accettare di andare indietro per una frazione di tempo e di spazio, è lì che viene calibrata e ricaricata la tua forza, è lì che prendi la mira ed è lì che succede la magia.
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36:35
c’è posto anche per te
ti tiri indietro quando percepisci qualcuno migliore di te nei paraggi, come se dovessi lasciargli il posto o farti da parte. questo ti porta a non iniziare mai niente perché c’è già chi lo fa meglio o ad abbandonare e a lasciare a metà tutto appena incroci qualcuno di più bravo. infatti stimi spesso più il lavoro degli altri che il tuo. la tua autostima rimane intatta solo quando sei l’unico a “gareggiare” per qualcosa ma sappi che nella stanza entrerà sempre chi è più bello, bravo e intelligente di te e sopratutto chi vuole ciò che vuoi anche tu, pensi davvero che questo ti annulli? che esista un primo posto? forse si, ma a rotazione e ti ci potresti sedere anche tu un giorno. ma non è destinato a durare per sempre e non è li che dovresti ricercare il tuo valore e l’amore da parte delle persone. chissà che succederebbe se per una volta andassi fino in fondo e ti impegnassi davvero senza che le qualità degli altri siano un intoppo per te. ormai è vero, tutti fanno tutto e molti lo fanno anche bene, ma c’è posto anche per te lì fuori quindi trova il coraggio di andartelo a prendere a testa alta. non è il successo degli altri a toglierti il tuo ma la mancanza di impegno e di responsabilità che ti prendi nel coltivare il tuo percorso.
Ogni giorno tentiamo di fare del nostro meglio per stare al mondo, e può sembrare strano, ma affrontiamo tutti esattamente le stesse situazioni e siamo diretti tutti verso la stessa meta, uscirne vivi.
A questo punto mi chiedo: se stiamo andando tutti dalla stessa parte, perché non salire sulla stessa macchina? risparmieremmo un sacco di benzina e sopratutto di energia.
L’obbiettivo è infatti affrontare insieme tutto ciò che succede nelle nostre vite, al fine di rendere questo viaggio il più leggero possibile!
ig: @favjaseitaj