In questa puntata conclusiva presentiamo proprio Il nome della rosa, l’opera tratta dall’omonimo romanzo di Umberto Eco, che debutta il 27 aprile 2025 al Teatro alla Scala di Milano. Un impegno colossale, come chiunque abbia letto il romanzo di Umberto Eco può facilmente intuire. Rispondere in musica all’impeccabile architettura letteraria e all’inesauribile stratificazione di sensi, simboli, significati, citazioni, tratte dall’universo della cultura medioevale, che Umberto Eco pose al di sotto del superficiale e pur avvincente meccanismo narrativo “giallo”, è una sfida da far tremare le vene dei polsi a chiunque. Filidei vi s’è accostato forte di una cultura storico-musicale solidissima e di un’elaborazione di pensiero compositivo e di dettagli strutturali che ha richiesto anni di preparazione e altrettanti per la realizzazione del lavoro. Ce la racconta in viva voce durante una lunga e dettagliata intervista in studio.
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2020-2024: con Federico Maria, Jeanne, Edgar Allan…
Gli anni della pandemia e dell’isolamento, lasciano il segno anche sul lavoro di Francesco Filidei, con modalità, ancora una volta, diverse, anzi si potrebbe dire opposte.
Da una parte un ampio ciclo di brevissimi e divertentissimi brani per voce sola, ispirati dai testi paradossali, ironici e graffianti che Federico Maria Sardelli riunì sotto il titolo di Proesie. Dall’altra una pagina colossale e altamente drammatica tratta da un racconto di Edgar Allan Poe intitolato La maschera della morte rossa. Filidei la concepisce come un vero e proprio oratorio drammatico (una Passione, dice lui) in cui può sciorinare una tavolozza di colori orchestrali e una ricchezza di situazioni espressive di grandissima forza e di straordinaria efficacia.
Le stesse armi che poco più tardi metterà in gioco per una scommessa dal carattere quasi opposto: dare voce musicale al Cantico delle creature di Francesco d’Assisi: un grande successo, consacrato nel 2023 in uno dei templi della musica, la Philarmonie di Berlino.
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2018-2020: con Una Donna e Un Uomo, Peppino, Wolfgang Amadeus…
Un’altra opera per Francesco Filidei, stavolta in francese e battezzata in uno dei templi del teatro musicale mondiale: l’Opéra Comique di Parigi. Si intitola L’inondation, è basata su un racconto dello scrittore russo Evgenij Zamjatin e segue traiettorie narrative e sostanza linguistica affatto diverse dal precedente Giordano Bruno. Ne mantiene però l’ambivalenza posturale: con una parte del volto si rivolge al passato (in questo caso francese e a Debussy in particolare), con l’altra guarda al presente/futuro e utilizza modelli narrativi, focalizza problematiche, tratteggia personaggi, definisce linguaggi musicali non solo indiscutibilmente contemporanei, ma ambiziosamente destinati a diventare memoria per le generazioni future.
È una fase di grande prolificità e di impegno serrato che vede la nascita di altre fondamentali composizioni come Requiem e Tre quadri, pagina quest’ultima, che ripropone al pubblico la forma, tradizionale e in certi momenti inflazionata, del Concerto per pianoforte e orchestra. Di ciascuna di queste composizioni è proposto l’ascolto di numerosi e ampi squarci.
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2014-2017: con Giovanni Sebastiano, Mauro, Virgilio, Giordano, Stefano…
Nel lavoro di Francesco Filidei la memoria del passato è protagonista, con l’intenzione di riviverla ma senza alcuna nostalgia o rimpianto. Piuttosto per usare la forza dei suoi simboli per costruire e poi improvvisamente destabilizzare, per creare simulacri e dopo svelarli con l’occhio impietoso della contemporaneità. Ecco allora un pezzo intitolato addirittura Killing Bach, ecco un classico Notturno, ecco un Concerto per flauto e orchestra, ecco una grande opera, un vero capolavoro, intitolato Giordano Bruno e dedicato, usando tutti gli artifici di una scienza/artigianato musicale ormai raffinatissima, a una figura essenziale nel definire il passaggio dall’oscurità del mondo dogmatico e fideistico alla luce del pensiero moderno.
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2009-2013: con Abboccata e Battibecco, Edoardo, Girolamo, Josquin…
Il racconto dell’esperienza creativa di Francesco Filidei prosegue, sempre arricchito da numerosi ascolti musicali e contributi dello stesso compositore, attraverso una fase di complessa elaborazione teorica relativa soprattutto alla forma musicale, ai rapporti con la storia, alle strategie per stabilire relazioni col pubblico d’oggi abituato a tutt’altri modelli di comunicazione e fruizione dei suoni. Tali pensieri, trasformati in fenomeni concreti, cioè in composizioni vere e proprie, aprono un ventaglio di esperienze ricchissimo. Pagine fra loro molto diverse, talvolta paradossali e forse anche un po’ provocatorie, talvolta accattivanti e irresistibilmente attraenti, sempre comunicative, sorprendenti e del tutto contemporanee. Si va dal teatro musicale, alla ricerca formale e strumentale, ad altre suggestive ipotesi di relazioni con i grandi compositori del passato volgendo lo sguardo indietro fino a cinque o seicento anni fa.
Tempo, forma, memoria nell’opera di Francesco Filidei è il sottotitolo di questo ciclo a cura di Claudio Proietti dedicato al compositore pisano, autore dell’opera Il nome della rosa, che debutta al Teatro alla Scala di Milano il 27 aprile 2025. Si tratta di un evento che corona una carriera straordinaria, iniziata trent’anni fa a Pisa e al Conservatorio di Firenze e ben presto letteralmente esplosa nelle sale e i teatri più importanti d’Europa e del mondo. A sottolineare e arricchire la portata di questa occasione c’è anche il Festival Milano Musica che dal 26 aprile al 6 giugno 2025 vede come protagonista la musica di Francesco Filidei con una ricca retrospettiva e alcune prime esecuzioni.
Sei puntate per indagare le componenti essenziali di uno stile unico, frutto di una personalità musicale complessa, attraente, comunicativa, paradossale, sorprendente, del tutto contemporanea. Ogni puntata esplora, in un percorso organizzato cronologicamente e con l’ausilio di decine di documenti sonori, il vasto catalogo di Filidei fino a giungere, nell'ultimo appuntamento, a proporre alcune sapide anticipazioni de Il nome della rosa in una lunga e vivace intervista con lo stesso compositore.
Il ciclo I nomi della musica è stato realizzato grazie al contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze.
Dal giorno successivo alla messa in onda le trasmissioni sono disponibili in streaming sul sito di Rete Toscana Classica e in podcast sulle principali piattaforme: Spotify, Amazon Music/Audible, Apple Podcast/Itunes e Youtube.