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5 risultati 6
  • Sonorità del territorio toscano
    Per celebrare la terra che si risveglia dal letargo invernale, questa puntata si sofferma su sonorità – sia umane che non! – del territorio toscano. Cominciamo con le filarmoniche di fiati, tradizione musicale ottocentesca itinerante e popolare molto attiva in Toscana. Come ci dice Giampaolo Lazzeri, direttore dell’A.N.B.I.M.A. e di varie realtà bandistiche Toscane, le bande popolarizzavano i repertori di musica letterata tra chi il teatro non poteva permetterselo prima del giradischi e della radio. Come si adattano, dunque, queste realtà al ventunesimo secolo? Secondo, Federico Fiori, co-direttore con Francesca Lenzi del magico NUB di Pistoia, e il sound artist Glauco Salvo ci parlano dei suoni dell’ecosistema tutto toscano del Padule di Fucecchio, che da anni sono documentati e rielaborati musicalmente attraverso il Padule Soundscape Archive un ardito progetto artistico tutt’ora in fase di evoluzione, a cui possono contribuire tutti (ascoltate la puntata per sapere come!). Ci accompagnano in questo viaggio musiche di Johann de Meji, Davide Boario, Olivier Messiaen, Luc Ferrari, e Glauco Salvo.
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    1:05:31
  • Febbre d’opera
    Febbraio, mese della febbre, è per la nostra puntata anche il mese della febbre d’opera – l’opera come oggetto di desiderio ossessivo, ripetitivo, malsano. Cominciamo col presentare una monografia davvero affascinante, Musica al tempo presente: le opere italiane di Rossini alla loro epoca di Emanuele Senici, in cui l’opera Rossiniana viene ascoltata, capita, immaginata, visceralmente, dal punto di vista del suo pubblico degli anni d’oro: come svago infinitamente desiderabile, come cura palliativa ai grandi traumi storici. E chi, di noi, non cerca, a suo modo, tali cure palliative nel nostro momento storico iper-traumatico? Passiamo poi al recente biopic su Maria Callas, Maria del regista cileno Pablo Larraìn; in questo film, una Callas (interpretata da Angelina Jolie) ormai nelle ultime settimane della sua vita, tenta di ritrovare e riportare a sé la sua voce dei tempi d’oro immortalata su disco; questo processo febbrile e struggente è rappresentato nel film attraverso un gioco di echi e sovrapposizioni nella colonna sonora e sound design, come ci spiega Carlo Cenciarelli, esperto della relazione tra musica, suono, e film. Infine la petizione contro la chiusura del dipartimento di Musica dell’Università di Cardiff nel Regno Unito. Parte del Russel Group, il gruppo di atenei (tra cui Oxford e Cambridge) considerate i fiori all’occhiello dell’università pubblica britannica, questo è uno dei migliori dipartimenti di musicologia in Inghilterra e in Europa. La sua chiusura, che prevederebbe il licenziamento dell’intera facoltà di Musica, è una minaccia per gli studiosi di musica in tutta Europa. La petizione si può firmare qui: https://www.change.org/p/save-cardiff-university-school-of-music .
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    1:04:54
  • January blues
    Questa prima puntata dell’anno è all’insegna del January blues, il cuore stanco e rattristato di gennaio, che ci portiamo tutti dietro in questo uggioso ritorno dalle feste. Invece di insistere su un’etica protestante di ostinazione, duro lavoro, e imperitura energia, lasciamoci trasportare dal lutto stagionale di gennaio, sentendolo appieno, anche attraverso la musica. Ci accompagnano in questa missione lo studioso Stefano Zenni, che ci presenta alcune delle perle del Met Jazz, il festival annuale di musica jazz che animerà Prato da gennaio ad aprile, e Tianyi Lu, direttrice d’orchestra del concerto di gennaio dell’Orchestra della Toscana, che ci parla di repertori dimenticati, di lutto, di riflessione, e della magia del concerto d’orchestra come luogo di raccoglimento spirituale.
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    59:28
  • Canoni e controcanoni
    Canoni e controcanoni è il titolo di questa puntata di dicembre, mese della volta cosmica dal buio alla luce. Ci sono cose, nella storia della musica classica, cadute ingiustamente in oscurità? Come possiamo ascoltarle, capirle, e dirigere luce verso l’oscurità che le avvolge con criterio e amore? Parliamo della mostra Opera Meets New Media, al Museo del Teatro della Scala di Milano fino al 12 gennaio, introdotta dal direttore scientifico dell’Archivio Ricordi, Gabriele Dotto. Poi, presentiamo il libro ambizioso e luminoso della critica musicale Kate Molleson, Il suono nel suono: ascoltare davvero il ventesimo secolo (EDT, 2023), che si propone di rendere giustizia a dieci straordinari compositori del Novecento. Infine chiudiamo, prima degli auguri, con un’intervista con la direttrice d’orchestra Gianna Fratta, che condurrà l’Orchestra della Toscana nel concerto di capodanno al Teatro Verdi di Firenze l’1 gennaio 2025. Musiche di Giacomo Puccini, Ruth Crawford, Emahoy Tsegé-Mariam Guèbru e Benjamin Britten.
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    1:06:35
  • Trasformazioni (ciò che muore e ciò che vive)
    Novembre, mese dei morti, è un buon mese per pensare alla natura ciclica delle culture musicali: ciò che rimane dormiente, ciò che si sveglia, ciò che, seppur antico, riesce a sembrarci improvvisamente fresco e nuovo. Parleremo con Daniela Castaldo, co-direttrice scientifica del DEUMM (Dizionario Enciclopedico Universale della Musica e dei Musicisti), di questa grande enciclopedia musicale italiana che il 30 ottobre si è trasformata (da cartacea che era) in un’interfaccia digitale aggiornata nella forma e nei contenuti, accessibile tramite biblioteche pubbliche e sottoscrizioni private. Parliamo di suoni esclusi e dimenticati (e poi ritrovati e riascoltati) con Federico Fiori, co-fondatore e direttore del Centro Nub di Pistoia, e consideriamo l’unione di suono, musica e arte nel lavoro di una musicista, Mariam Rezaei, fuori dagli schemi. Vi segnalo poi due rassegne novembrine al Museo Pecci e, attraverso una chicca di Sun Ra, arriviamo – dulcis in fundo – a Francesco Martinelli che ci presenta le Domeniche in Jazz al Palazzo Blu di Pisa. Martinelli ci spiega i limiti dell’idea di “musica colta” e riflette sull’eredità musicale del jazz (anche quello più spericolato dell’avanguardia anni ’70) in termini di comunità, e di ritorno ai propri “vecchi.” Ci culla, alla fine della puntata, la dolcissima No baby, suonata da Giancarlo Nino Locatelli al clarinetto.
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    1:04:47

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