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Mare di rabbia

Podcast Mare di rabbia
Francesca Berardi e Anna Sergi - Chora Media
Il porto di Gioia Tauro è uno dei maggiori snodi per il transhipment nel Mediterraneo, ma anche una delle principali porte del narcotraffico in Europa. Partendo...
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Episodi disponibili

5 risultati 7
  • Ep.6: Una Questione Europea
    Il traffico di droga che si muove attraverso il porto di Gioia Tauro e gli altri porti europei, grandi e piccoli, interessa tutti noi. In questa puntata scopriremo che i gradi di separazione tra le nostre vite e un carico di cocaina che aggira i controlli sono meno di quanti possiamo immaginare. E rifletteremo su come l'ndrangheta sia riuscita a cavalcare un sistema economico capitalista e globalizzato senza disperdersi grazie a un forte attaccamento al territorio, alla dimensione famigliare e a riti fortemente locali. Primo tra tutti il consumo di una pietanza di cui sentiremo parlare un giovane pentito, il ghiro arrosto. Le fonti audio sono tratte da: video “Ndrangheta, arrestati 6 latitanti tra Argentina, Costa Rica e Albania” pubblicato sul canale YouTube CityNow il 24 luglio 2020; video “Ganze Sendung” pubblicato sul sito Tagesschau il 15 agosto 2007.
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    34:39
  • Ep.5: Barbate - atún y chocolate
    Nel sud della Spagna, di fronte alla costa del Marocco, c’è Barbate, una delle principali porte d'ingresso dell'hashish in Europa. Il porto è molto diverso da quello di Gioia Tauro, non ci sono gru, container e sirene, ma piccoli pescherecci, reti aggrovigliate e gabbiani. Accompagnati dai giornalisti spagnoli con cui abbiamo concepito questa serie, nel quinto episodio ci addentriamo nel "ghetto" di Barbate, El Pinar, per scoprire le diverse facce del narcotraffico internazionale e indagare le numerose coincidenze che avvicinano Barbate e Gioia Tauro. Soprattutto la rabbia, che anima gli abitanti di entrambi i luoghi.
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    29:23
  • Ep.4: La rabbia buona
    Per quale ragione un giovane nato e cresciuto nella piana di Gioia Tauro dovrebbe decidere di restare? A fare che? Se lo chiedono in molti, e alcuni hanno trovato delle risposte. Sono persone come Roberto e Nancy, che animate da quella che chiamano "una rabbia buona", si impegnano a portare semi di cambiamento nel loro territorio. Roberto - la cui famiglia è originaria di Eranova - è volontario al Dambe So, un ostello che ospita i braccianti sfruttati di Rosarno, con i quali si allena a boxe tutte le settimane. Nancy porta nelle scuole laboratori sulla legalità, una parola difficile da apprezzare perché associata alle istituzioni assenti. E così, che in un paesaggio segnato da incuria e architetture incompiute, chi rimane può limitarsi ad "ammobiliare l'inferno", oppure decidere di cercare la bellezza, e di usarla come arma di resistenza.
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    34:12
  • Ep.3: La Piana
    Nel 1991 a Polistena, nel cuore della piana di Gioia Tauro, un commando armato cerca di uccidere i vertici di una famiglia criminale della zona, i fratelli Versace. La strage avviene proprio davanti al simbolo del loro potere, il palazzo Versace. Dei tre fratelli, solo uno sopravvive. Il palazzo viene così confiscato e dato in gestione alla parrocchia presidiata da don Pino Demasi, referente di Libera per la piana. Diviene un centro aperto alla comunità e un simbolo di resistenza all'ndrangheta, ma questo non fa desistere l'unico Versace rimasto dal vivere proprio lì davanti. Nel terzo episodio, tra le strade di Polistena, cerchiamo di comprendere l'organizzazione criminale che fa del controllo del territorio il suo più grande punto di forza.
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    36:31
  • Ep.2: Eranova
    Nell’estate nel 1979 una donna incinta di sei mesi si corica nella pala di una ruspa per ostacolare la distruzione del paese in cui è nata e cresciuta. Quel paese - un insieme di case costruite tra uliveti, agrumeti e il mare - si chiamava Eranova e rappresentava una visione, un luogo fondato sul principio della libertà. Oggi al suo posto sorge il terminal dei container del porto di Gioia Tauro, e la gente che ci viveva è stata rilocata in villaggi satellite costruiti ad hoc, senza anima. "Solo Dio ci può vendicare" dicono oggi. In questo episodio ricostruiamo la storia del porto di Gioia Tauro, dai Moti di Reggio a Giulio Andreotti che pone la prima pietra, dando spazio ai ricordi di chi ha perso una casa e un ideale di vita in nome di un progresso che non arriverà mai. Le fonti audio sono tratte da: ETS, Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico.
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    31:56

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