Slow News, con Flavio Tranquillo, è il podcast che vi racconta domani le notizie di ieri. Perché tante volte ci serve più tempo per vedere e capire le mille fac...
Nel quattordicesimo (e ultimo della stagione) episodio di Slow News si analizza il tema – tornato di grandissima attualità – delle plusvalenze del calcio, dall’anno scorso al centro della cronaca sportiva e non grazie all’Operazione Prisma, che coinvolge alcune società tra cui la Juventus. Gli inquirenti, ipotizzano il reato di cui all’articolo 2622 del Codice Civile, cioè quello di false comunicazioni sociali delle società quotate. Andando oltre al procedimento penale numero 12955/2021, l’eventuale processo servirà solo a stabilire se gli eventuali imputati hanno o meno commesso un fatto che la legge configura come reato. Chiaramente nelle valutazioni bisogna cercare di andare oltre al tifo, che spesso in questo caso ha “filtrato” le azioni dei magistrati e degli organi di giustizia sportiva. Uno dei punti centrali è proprio l’utilizzo delle plusvalenze, perché mentre esse devono essere iscritte per intero nel bilancio dell’esercio in cui maturano, gli ammortamenti gravano sui passivi per più anni. Inizia così un meccanismo micidiale, con cui si cerca di tappare buchi con toppe che lasciano squarci ancora più grandi a livello di costi, e così via. Risulta chiaro – alla fine – come le plusvalenze abbiano ingolfato la macchina gestionale del calcio italiano.
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14:16
Professionismo di Stato
Nel tredicesimo episodio di Slow News il punto di partenza è l’ingresso del calcio femminile nel professionismo sportivo, accolto da una unanime e chiaramente condivisibile approvazione. Ovviamente, il fatto che un certo numero di lavoratrici possa avere più diritti e tutele va salutato con grande soddisfazione, soprattutto se pensiamo che l’Italia è ultima nell’Unione Europea per parità sul lavoro tra uomini e donne. Se si vuole ragionare sul concetto di professionismo sportivo in Italia, bisogna ripartire dalla normativa vigente, ed è il proposito di Slow News. 41 anni fa la legge ha affidato alle singole federazioni l’autonomina di definire il discrimine tra professionismo e dilettantismo. Quindi, il discutibile risultato è che atleti come Tamberi e Paltrinieri, Egonu e Zandalasini non sono professionisti. E quando una legge non corrisponde alla realtà, bisogna aggiornarla. Dal 2023 dovrebbe (in teoria) entrare in vigore un decreto che porterà all’esistenza di una sola figura, quella del lavoratore sportivo, dilettante o professionista che sia. La verità è che ora bisogna procedere a un vero riassetto del sistema e a una sua gestione responsabile e manageriale, senza voli pindarici e compromessi.
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14:18
Trans-izione
Nel dodicesimo episodio di Slow News si analizza il tema – di straordinaria attualità - della partecipazione di atleti e atlete transgender nelle competizioni sportive, oggi oggetto di un grande dibattito tra informazione, politica e istituzioni. Il punto di partenza è la vittoria di Lia Thomas, atleta transgender, alla finale femminile NCAA sulle 500 yard stile libero. Politici, atleti e istituzioni si schierano in maniera sempre più netta su questo argomento ogni giorno che passa, e il contributo che può dare il giornalismo è aiutare a guardare la questione da tutti i punti di vista, sempre ricordandoci che parliamo di persone. Includere o escludere è un’attività tanto arbitraria quanto costitutiva in campo sportivo. Anche perché troppo spesso lo sport ritiene che i suoi valori siano sempre e comunque coniugabili, e a che a essi si oppongano solo disvalori. Invece non è così, proprio come in questo caso, in cui sono coinvolti due valori non negoziabili che si escludono. Da una parte il diritto del transgender di gareggiare nella categoria sentita come propria, dall’altra il diritto degli avversari di godere di una sostanziale parità competitiva. Scegliere è praticamente impossibile. E se smettessimo di considerare lo sport come un unicum riconducibile solo alle competizioni di alto livello?
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14:00
Dati e bugie
Nell’undicesimo episodio di Slow News Flavio Tranquillo analizza il rapporto tra sport e statistica, che soprattutto negli ultimi anni sono territori sempre più confinanti. C’è un’enorme differenza tra un dato nudo e crudo e la sua interpretazione. La provocazione di partenza è la famosa frase – attribuita a Twain, che però in realtà riprenderebbe le parole di Disraeli – per cui esistono tre tipi di bugie: “le bugie, le dannate bugie e le statistiche”. Questa frase è considerata la dimostrazione che le statistiche mentono. In realtà, queste parole, totalmente stravolte a causa del loro essere contestualizzate, vogliono dire l’esatto opposto. Un inno a essere più rigorosi e a non semplificare. Ad esempio: per giudicare quale sia la miglior difesa basta vedere chi subisce meno gol o meno punti? Basta leggere il dato dei pochi passaggi per partita che Mitchell fa a Gobert per dedurre che i due non si sopportano? I dati non sono la risposta a tutte le domande, ma se sappiamo usarli possono aprirci la mente. Perché nello sport – e fuori – arretrare davanti alle difficoltà significa avere già perso.
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12:53
Mafia & sport
Nel decimo episodio di Slow News il focus è sui complessi rapporti tra sport e mafia. Tra scommesse, frodi fiscali e riciclaggio, sono tantissimi i metodi che la mafia utilizza per attaccare il settore sportivo. L’intento è quello di fotografare con la massima precisione possibile i motivi per cui due settori che partono da valori assolutamente antitetici possano finire a volte per convergere. Il punto di partenza è una notizia del 23 febbraio che riguarda un sequestro operato dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro nei confronti di tre fratelli, imprenditori nel settore della grande distribuzione alimentare. Tra gli oggetti del sequestro, anche partecipazioni in 34 società, tra le quali la Vigor Lamezia di Calcio e la Pallavolo Lamezia. Lo sport italiano ha un valore di quasi 100 miliardi, ed è quindi fisiologico che una così grande ricchezza attiri la mafia, soprattutto se di mezzo c’è anche una quota importante di consenso sociale. Le mafie non sono invincibili, vanno studiate ed esaminate con impegno, anche perché non sono un virus che contagia un organismo sano: sono integrate, non infiltrate. Nello sport, le mafie cercano anche canali di riciclaggio, e lo sport stesso può purtroppo essere veicolo, più o meno consapevole, di questa attività.
Slow News, con Flavio Tranquillo, è il podcast che vi racconta domani le notizie di ieri. Perché tante volte ci serve più tempo per vedere e capire le mille facce di una realtà complessa