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Un posto al soul

Podcast Un posto al soul
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Il podcast di Claudio Agostoni racconta la storia di una città dei motori costruita sulle terre degli indiani dei Grandi Laghi, sterminati dai coloni bianchi, c...

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4 risultati 4
  • Un posto al soul - L'altra metà del cielo - Quarta puntata
    Diana Ross, la tigre nera. Prima vera vera stella della black music a trascendere dal genere e dalla razza, un'artista che il confine - labile - tra lo status di pop star, icona e diva lo ha superato da tempo. Se lei a ottant'anni pare se la stia passando ancora bene, a Mary Wells la sorte ha offerto molto meno. La sua fu una vita di primati e atroci delusioni, culminate con un troppo rapido declino. E dire che è stata lei la prima stella e il primo sex symbol della Motown... Martha Reeves: la rivalità con Diana Ross all'epoca in cui le Supremes si contendevano in primato con le sue Vandellas, l'amicizia con Stevie Wonder e la cotta per Marvin Gaye. Quando la sua Dancing in the street nel '68 divenne la canzone simbolo delle marce per i diritti civili...
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    58:51
  • Un posto al soul - Mr. Sex'n'soul - Terza puntata
    Per l’etichetta fondata a Detroit da un ex operaio della Ford che amava il soul (ma anche il profumo dei dollari) lavorò anche Mr Marvin Gaye, all'anagrafe Marvin Pentz Gay junior (“Gay” senza la “e” nel cognome, che aggiunse per stroncare le prese in giro...). E’ lui l’autore del brano più sexy della storia del soul: Sexual healing. Non a caso una delle sue massime, mutuata dal poeta Thomas Eliot, recitava: “Nella vita contano soltanto 3 cose: nascere, scopare e morire”. Alla faccia di cotanta sicumera non era privo di problemi esistenziali. Basti pensare alla sua morte, che si procurò, per mano del padre, con un’eutanasia a base di colpi di Smith & Wesson calibro 38...
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    57:15
  • Un posto al soul: Un padre prolifico - Seconda puntata
    La storia di Joe, un chitarrista di una black band di Chicago. Oltre a suonare, nelle lunghe e fredde serate sul lago Michigan, ama sua moglie Kathy. E che l’amore non sia solo platonico lo si vede dal loro stato di famiglia. Joseph Jackson (detto Joe), coniugato con Kathy Jackson, padre di Jackie (nato nel 1951), di Tito (1953), di Jermaine (1954), di Marion (1957), di Michael (1958) e di Randy (1962). Più altri cinque figli che inizialmente Joe non si è cagato più di tanto. Non per cattiveria, ma perché aveva un grosso problema. I primi cinque ragazzi fecero una band che chiamarono Jackson Five. Vennero ingaggiati dalla scuderia di Berry Gordy e a Joe toccò la rogna di spiegare a Randy che non poteva farne parte. La band avrebbe dovuto cambiare nome... P.S. Come risaputo Michael, quello nato nel 1958, da grande divenne Michael Jackson...
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    58:25
  • Un posto al soul - La genesi - Prima puntata
    Per capire cos'è stato il sound della Motown, in questa prima puntata parliamo della città in cui è nato perchè c'è stata una stretta relazione tra questa musica e il suo luogo di nascita: Detroit. Motown è l'abbreviazione sincopata di Motor e Town, la città dei motori. La Torino degli States, con la sola differenza che Detroit non ha la sua Juventus (e se questo sia un bene lo lascio al vostro giudizio...). A Detroit avevano i loro stabilimenti la General Motors, la Chrysler e la Ford. E proprio in quest'ultima fabbrica aveva lavorato come operaio Berry Gordy, il fondatore della Motown: l'etichetta del "sound of young american"... Un'etichetta che piacque anche ai bianchi, anche se era nata pensando agli afroamericani. Quest'ultimi amavano il soul, Berry Gordy i dollari...
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    58:12

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Su Un posto al soul

Il podcast di Claudio Agostoni racconta la storia di una città dei motori costruita sulle terre degli indiani dei Grandi Laghi, sterminati dai coloni bianchi, che poi importarono afroamericani per lavorare nelle fabbriche di auto. La storia di un ex operaio Ford: Berry Gordy, che fondò un'etichetta discografica per musica afroamericana, amata anche dai bianchi. Esplora come l'amore per il R&B e il desiderio di profitto di Gordy abbiano contribuito a creare il black capitalism.
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