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Libri Per Il Successo - Crescita Personale da Strada

Podcast Libri Per Il Successo - Crescita Personale da Strada
Davide Mastrosimone
Libri per il successo si presenta come un podcast dove si propone all’ascoltatore un libro che possa fornire spunti per migliorare la sfera personale e profess...

Episodi disponibili

5 risultati 100
  • Intervista all'interno di Formatori Podcast- con Daniele Cursi e Marco Vianello
    Ringrazio i creatori del magnifico format - FORMATORI PODCAST - Daniele Cursi e Marco Vianello (che trovate su Spotify per ulteriori informazioni) per questa piacevole chiacchierata che condivido con voi, essendo relazionata con gli ultimi tre episodi del podcast dove si parla di apprendimento.   Buon Ascolto
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    50:53
  • Moonwalking With Einstein - Joshua Foer #96
    EPISODIO 96- MOONWALKING WITH EINSTEIN  7 COLPI DI MACHETE https://www.amazon.it/Sette-colpi-di-machete/dp/B0CN8HYRT3/ SITO: www.libriperilsuccesso.com COACHING: https://libriperilsuccesso.com/migliora/   TRANSCRIPT Quando ero piccolino, dai 9 ai 12 anni, a cavallo tra le elementari e le medie, ricordo benissimo che finita la scuola si correva a casa a fare merenda e poi i compiti, subito dopo l’unica cosa che contava era uscire. Cormano è un posto dove i tanti palazzi che la caratterizzano hanno un cortile annesso e tutti i giorni prendevo il telefono e chiamavo la mia combriccola di amici e loro chiamavano me per assicurarmi che qualcuno scendesse giocare a pallone. io sapevo a memoria tutti i loro numeri di telefono di casa. E alcuni me li ricordo ancora oggi.  penso che tra amici e familiari stretti ne sapevo almeno una 30 ina. Oggi fatico a ricordare il mio.   Credo che molti siano nella stessa situazione. Il rapporto con la memoria è cambiato in maniera trascendentale. Abbiamo a disposizione tutta una serie di elementi esterni che fanno il lavoro per noi. I telefoni,  le calcolatrici,  il GPS ci dicono dove andare con precisione svizzera,  prima tutti avevano gli atlanti autostradali nel ripostiglio dietro al sedile del conducente e arrivavano comunque a destinazione. a che serve sapere che strada prendere, o che numero chiamare o fare una divisione se tutto sta a disposizione. questo libera un grande spazio nella nostra mente, spazio che non usiamo perché è riempito dall’infinità di spazzatura deliberatamente confezionata per distrarci.     Ricordo inoltre che in prima superiore avevo un compagno di classe, che sapeva a memoria tutte le date di nascita dei calciatori di serie A, e non ne sbagliava una. situazioni simili ne vedevi a bizzeffe, di gente in grado di memorizzare e ricordare una grande quantità di informazioni.   Oggi è impensabile, quel ragazzino era rain main confronto al ragazzino di oggi, che però dal canto suo ha una maestria impressionante nell’usare tutta una serie di strumenti impensabili 20 anni fa. Ora entra su chatgpt e compone una tesina per la scuola di 50 pagine sulla Rivoluzione francese. Ma avrà capito perché è scoppiata?   La capacità analitica e il senso critico e l’ elaborazione dei propri pensieri sta svanendo. Che senso ha sforzarsi per risolvere un problema quando hai diverse alternative che lo fanno per te. Basta chiedere e ti arriva una risposta.   Tuttavia, immagina di svegliarti domani e non avere nessun supporto al di fuori della tua mente, cosa succederebbe?   oggi vorrei esortare chiunque a fare i conti con la propria memoria e provare a migliorarla anche di poco. L’obiettivo è, allenarla attraverso esercizi e una pratica quotidiana per riscoprire uno strumento poderoso all’ora di imparare nuove nozioni. Tutti voi potete diventare fenomenali nel ricordarvi qualunque cosa, è alla nostra portata, solo che ci siamo dimenticati come si fa.   Siamo all’episodio 96 di Libri per il successo, Crescita personale da strada. un podcast di Davide Mastrosimone, mi trovate sul sito www.libriperilsuccesso.com se vi iscrivete alla newsletter vi arriva il video corso di linguaggio del corpo direttamente alla mail,  trovate inoltre il mio libro sette colpi di machete su Amazon.    Il libro dal quale prendiamo spunto si intitola Moonwalking with Einstant, di Joshua Foer. Titolo accattivante. E con questo episodio chiudo i tre che riguardano come imparare meglio, il primo era l’ascolto attivo, il secondo parlava della struttura dell’apprendimento e oggi vediamo la memoria.   Foer è un giornalista del New York times, gli venne commissionato un articolo su una competizione particolare che si svolge negli stati uniti. il campionato della memoria. Dove tutta una serie di personaggi eclettici si sfida all’ultimo sangue per diventare campioni. Quello che i partecipanti riescono a memorizzare ha dell’incredibile. serie di numeri,  nomi, mazzi di carte guardandoli per poco tempo, un paio di minuti, e poi è in grado di ricordarsi la sequenza esatta. Fanno cose che sono spaventose per la gente normale. Ma se tu chiedi a ognuno di loro come è vivere con una memoria stratosferica, pare che tutti rispondano che non hanno una memoria così speciale, o straordinaria, bensì che si allenano specificatamente per migliorarla.   Joshua Foer, l’autore, fu spettatore di questo evento tuttavia da fuori non si percepisce cosa provano e cosa fanno queste persone nella loro mente, per questa ragione decide di iscriversi per l’anno successivo, e si prepara facendo uso di una serie di tecniche che va studiando. E cosa succede l’anno dopo, che Foer vince il campionato alla sua prima partecipazione. Quindi non è solo uno che scrive di memoria bensì uno che la sa usare e pensate che ha un record, memorizzò 52 mazzi di carte in un minuto e 40 secondi, per la puttana.     Il libro ha tante tecniche, ve lo consiglio, vediamone alcune insieme, facendo delle considerazioni che come sempre un po' stanno nel libro un po' nella mia testa. Io vi do degli spunti poi ce da andare a studiare e praticare questi concetti se sono di vostro interesse.   Associazione visiva Primo concetto, semplice, anche se spiegato spesso in maniera difficile. Se vuoi ricordati meglio qualcosa ci devi associare un’immagine. La memoria funziona meglio quando creiamo un’associazione visiva al dato che vogliamo memorizzare. Immagina che vuoi ricordati un nome. È bello quando le persone che ti rivedono si ricordano il vostro nome, è il suono più dolce per una persona, stessa cosa vale quando voi ricordate il nome di qualcuno. È una soft skills questa. Chi dice- no io nomi non me li ricordo, male, male cazzo. I nomi vanno ricordati. Pensate che dove faccio la spessa ogni tanto, ci sta un tizio al bancone dei salumi e formaggi. Questo si chiama Carmine, simpaticissimo, un giorno ci presentammo si ricordò subito il mio nome, quindi per un lungo periodo ogni volta che mi vedeva mi salutava calorosamente usando il mio nome. A un certo punto per qualche ragione sconosciuta ha cominciato a chiamarmi Marco. We marco, o marco come stai, marco mitico, marco number one. E io ve l’ho detto sto a un punto nella vita che se vuoi chiamarmi Marco e ti fa piacere, fallo, per me non ci sono problemi. Anzi. Me ne sbatto i coglioni. Tuttavia, per gioco, per sperimentare, perché di matrice sono un deficiente,  volevo provare a vedere che succedeva se all’improvviso pure io gli cambiavo il nome. Un giorno al suo ehhh Marco mitico number one, io gli rispondo, Giovà io so number two che tu sei number one. Gli cambiò la faccia, e rispose subito we io non sono giovà so carmine, e io non sono Marco so Davide… Oggi entrambi sappiamo bene il nome dell’altro, non se lo dimentica più perché ora ci associa un evento o un ricordo visivo al mio nome. un trucco, quando qualcuno si presenta, associalo a qualcosa. Io ricordo ancora il nome di uno che sostituisce il cibo nella macchinetta della palestra, un giorno mentre cambiava le barrette io chiesi se potevo farmi un caffè anche se la macchinetta stava aperta, e mi offrì il caffè, gesto di grande stile e gentilezza e non dovuto, al ché ci parlai un attimo, mi disse che si chiamava Michele e per me lui è e sarà sempre Michele macchinetta. Se lo rivedo tra sei mesi ti assicuro che mi ricordo il nome. Al prossimo nome che vi ricapita associateci qualche tipo di immagine. Nel libro fa l’esempio di un tizio che di nome fa Robert Baker, Baker in inglese vuol dire panettiere. Fecero un esperimento tra due gruppi di persone e quelli che associavano il nome Baker con la professione del panettiere si ricordavano quasi tutti il nome.   Tecnica 2- Leggi con una domanda in testa. Questa è mia, nel senso, l’ho trovata da qualche parte presumo anni fa non in questo libro ma ve la voglio condividere. ho centinaia di libri sparsi, dico sul serio io leggo sempre e ho anche molti più libri di quelli che ho letto, e non mi ricordo quasi nulla. Tu mentre leggi un libro ti stai già in quel momento dimenticando cosa cera scritto nelle pagine precedenti. Non ce niente da fare, penso succeda a tutti, a volte se leggiamo e pensiamo ad altro addirittura nella stessa pagina dove ci troviamo ci tocca tornare indietro, quanto fragile è la nostra attenzione. E ho notato che se prendo un libro tecnico e leggo il capitolo se lo trasformo in una domanda, allora mentre leggo la mia mente è settata nel cercare la risposta e diventa più selettiva. Vi faccio un esempio apro un testo che parla di vendita e sto al capitolo che si chiama mantenere il tuo prezzo . Allora io lo trasformo, con la penna in – come si mantiene il prezzo, come si evita di fare sconti? E poi comincio a leggerlo. Succede una cosa, mentre leggo con questa domanda in testa, tutta la mia attenzione va nel trovare la risposta, e così facendo me la ricordo. Perché non mi interessa più imparare a memoria pezzi di un libro ma uso la mente per trovare risposte da un libro e me le ricordo. Provateci quando leggete testi come quelli che porto nel podcast, se state leggendo ventimila leghe sotto i mari è fuorviante farsi delle domande. Voi lo sapete di che nazionalità era il capitano Nemo? Non lo dice mai nel libro, la risposta si trova in un altro libro di Julius Verne.   Tecnica 3- Il nostro cervello in media si ricorda massimo 7 cifre, dopo la settima fa fatica. Questo non vuol dire che ci si riesca, il record se non ricordo male è di un personaggio che riuscì a memorizzare 83 mila cifre in sequenza in 17 ore. Io a volte apro il frigo e non ricordo che cazzo stavo andando a prendere.    ecco vi sembrerà una banalità, ma voi siete in grado di ricordarvi in sequenza 83 mila cifre per esempio. Come? Con un sistema, voi sapete contare vero? Quindi sai contare da uno a ottantatremila, te le ricordi 83 mila cifre in fila.   È una questione di avere un sistema un metodo. La tecnica che possiamo usare per allenare la memoria a ricordarsi sequenze di numeri è questa, facciamolo insieme, prendiamo un numero a caso 31042399231 ora, aspettiamo qualche secondo, e ovviamente ce lo siamo dimenticati, ma se creiamo una storia dietro quel numero la cosa cambia. 31042399, potrebbe essere una data ipotetica nel futuro, il 31 aprile del 2399 così inizia la storia, me la sto inventando, 231, 2 gatti tre cani e un maiale, per esempio, quindi il 31 aprile del 2399 sulla terra rimasero solamente 3 gatti due cani e un maiale. Io ora sta storia me la ricordo, se mi chiedi tra qualche ora o anche sta sera che numero era so scomporlo e riscriverlo. Quindi come esercizio per allenare la memoria, ogni mattina scrivete un numero di 10-15-20 cifre e andate aumentando, piano piano mi raccomando e create una storia usando numeri casuali, e provate la sera a riscriverla nella vostra mente e poi mettere su carta quella sequenza numerica. Vi assicuro che migliora la memoria con sto giochetto   Ultimo spunto -il palazzo della memoria   È una famosa tecnica dove tu cammini in un luogo che ti è familiare nella tua mente, può essere casa tua, la strada che ti porta al tuo ufficio, o un luogo che conosci alla perfezione. È si svolge così. Inserisci quello devi ricordarti all’interno di questa strada o nelle stanze della tua casa.   Sapete perché si dice in primo luogo quando cominci una conversazione, proprio per questa tecnica, perché inizi a parlare pescando l’informazione che avevi appoggiato nel primo luogo del tuo palazzo della memoria. E un'altra curiosità sempre usando le parole, in inglese argomento si dice topic, argomenti topics, ma sapete che vuol dire topicos in greco, vuol dire luogo. Il palazzo della memoria è una tecnica che si rimanda a un avvenimento accaduto nell’antica Grecia un poeta Simonide di Ceo un giorno recitò le sue liriche a palazzo davanti a un pubblico variopinto, appena finì di recitare i versetti dopo un caloroso applauso e un’ovazione uscì dal palazzo e all’improvviso il tetto crollò dietro di lui senza lasciare scampo a nessuno solo al poeta. Quando provarono a capire chi ci stesse li dentro chiesero all’unico sopravvissuto, il poeta che la memoria la usava, fu di grande aiuto per riconoscere tutti i partecipanti morti schiacciati sotto le macerie, ricordandosi perfettamente chi stesse seduto davanti a lui e dove prima del crollo.   Si fa così, io devo per esempio parlare in pubblico per 40 minuti, so che ho un introduzione, una storia, o una domanda, che apre la mia conversazione, poi vado sul tecnico e racconto i cinque o sei punti salienti per poi finire con una conclusione del mio discorso. Come uso il palazzo della memoria, prima di tutto mi scrivo il mio discorso, prendo l’introduzione la associo all’entrata di casa mia, sto entrando in casa e trovo la mia bella introduzione, faccio due passi avanti e in salone sul tavolo appoggio la storia che introduce i miei argomenti, e successivamente metto un argomento in ogni stanza, non avendo un palazzo devo usare pure il cesso e la cantina, infine la conclusione la metto in giardino in terrazza o sul ascensore. E provo a ripetere il mio discorso tenendo bene in mente e visualmente nel mio palazzo della memoria ognuno dei pezzi del mio discorso perfettamente allocato in una stanza precisa. E vedo me stesso parlando dell’introduzione nell’entrata della casa, e successivamente vedo me stesso parlando del quinto punto seduto nel water del mio bagno. Associo un pezzo dio quello che devo ricordare a un luogo a me familiare.   È una roba potente questa, provare per credere   Ragazzi unire i puntini è fondamentale per imparare, ma i punti vi dovete ricordare dove stanno, quindi non affidate ogni elaborazione ai dispositivi esterni, provate a tornare in contatto con la vostra memoria perché è come se fosse un atleta al quale avete dato hamburger pizza patatine birra e gli avete fatto fumare 20 sigarette al giorno per anni, non corre più, rimetterlo a dieta, fatelo allenare, e rispolverate quel potere perché noi siamo la somma di quello che ci ricordiamo, e non ricordarsi un cazzo non è bello.   Grazie  
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    13:23
  • The Only Skill That Matters - Jonathan Levi #95
    EPISODIO 95- THE ONLY SKILL THAT MATTERS - JONATHAN LEVI  7 COLPI DI MACHETE https://www.amazon.it/Sette-colpi-di-machete/dp/B0CN8HYRT3/ SITO: www.libriperilsuccesso.com COACHING: https://libriperilsuccesso.com/migliora/   TRASCRIZIONE DEL PODCAST   Oggi si può creare un video con immagini, testi una voce, solo usando dei sistemi automatici, prima dovevi scriverlo, tagliarlo editarlo elaborarlo, metterci un testo sincronizzato ed era un lavoraccio, ora lo fanno le macchine in autonomia Basta poi guardarti intorno, caselli, supermercati, banche, sta succedendo, è davanti ai nostri occhi. Il progresso attuale va velocissimo, è un’onda che travolge tutto, ce da imparare a nuotare o per lo meno a stare a galla.       Ora, in questa nuova realtà che sta sorgendo come possiamo mantenerci sul pezzo, e imparare quello che ci serve, nel momento che ci serve. Imparare qualcosa che ancora non sappiamo di avere bisogno.  Noi abbiamo questa capacità, possiamo ri-programmarci, ma serve un metodo, e oggi vi espongo due strumenti per migliorare la velocità e la profondità del vostro apprendimento. E una piramide che spiega come si fa ad imparare, questo è il secondo podcast sulla domanda che mi ero fatto qualche giorno fa, come posso imparare meglio? Abbiamo visto l’ascolto attivo, ora lanciamoci su  questo libro di Jonathan Levi, intitolato – the only skill that matter - l’unica abilità che importa.   E di quale stiamo parlando? Dell’abilità di imparare   Pensateci nessuno ci insegna a imparare, ci danno in pasto concetti e informazioni, ma come si fa a gestirle.   Il libro offre molti spunti ma ne ho trovati tre di grande interesse. E ladies and gentleman e ecco a voi il primo.   Multi learning   Se vuoi imparare qualcosa di nuovo, aggiungi al tuo percorso un ulteriore abilità trasversale, qualcosa che possa darti un altro punto di vista. Per esempio, se vuoi imparare a giocare a tennis, prendi anche lezioni di ping pong, e lo so che non centra una sega ma ti una visione nuova e diversa di certe situazioni che puoi vivere nell’abilità principale che stai studiando. Se vuoi per esempio imparare una lingua, imparane due alla volta, mi rendo conto che sembri più complesso e controproduttivo ma paradossalmente è più facile imparare lo spagnolo se contemporaneamente impari il portoghese. Puoi trovare tante similitudini nelle lingue, una puoi aiutarti a ragionare meglio sull’altra. O per esempio vuoi imparare a suonare la chitarra, bene aggiungi al tuo percorso il pianoforte, o la batteria o il flauto il tamburo o quello che cazzo ti pare un altro strumento. Questo è un metodo brillante per accelerare l’apprendimento. il cervello è fatto di connessioni, il lavoro più emozionate che possiamo fargli fare è connettere informazioni e usarle tra di loro, questo porta a sviluppare la creatività. Conosco molta gente che ha tante informazioni, tanta cultura, dei nozionisti, sanno tanto ma non usano ne collegano quello che sanno con la vita di tutti i giorni né ci fanno nulla con quelle nozioni, il punto del multi-learning è collegare più apprendimenti per vedere cosa ne esce, è come fare un cocktail. Ti permette di trovare analogie, io per esempio ho studiato molti libri di vendita e poi ho aggiunto conoscenze sul linguaggio del corpo, le due abilità insieme sono una bomba. Il modello a seguire è il seguente nella scelta delle vostre due materie, o sono  complementari o sono contrastanti, complementari per esempio studi esercizio  fisico e nutrizione, insieme hanno molto senso, o contrastanti studi filosofia e  data science, siamo agli antipodi, ma questi estremi possono darti molti spunti  nuovi. se invece studio il comportamento dei maiali quando son in calore e il coreano  capisci che il multi-learning non serve a un cazzo. Ma penso che fin qui ci  arriviamo tutti., in entrambi i casi ottieni quell’effetto di collegamento delle  informazioni. Un accortezza, separa i momenti di studio, la mattina appena sveglio  studi una materia mezz’oretta, la sera studi o pratichi l’altra, lascia uno spazio tra  le due non farle di seguito.    Brute force learning   l’apprendimento con la forza bruta, che vuol dire? Che andiamo a imparare un  concetto o una abilità usando tutti gli strumenti e le fonti disponibili. Lo  squartiamo, da tutti gli angoli, ci immergiamo completamente. bombardiamo il  cervello di informazioni provenienti da contesti diversi.    Questo metodo funziona, imparare è un viaggio e va affrontato attraversando  ogni tipo mdi terreno e clima, non si impara solo da un libro, quella è una piccola  parte del viaggio, quando io faccio un podcast oltre alla lettura del libro vado  sempre a vedere se l’autore ha fatto qualche intervista, qualche conferenza e me  la vedo, cosi facendo mi rendo ancora più conto di quali sono i pochissimi punti  importanti che vuole trasmetterci, e che poi io divulgo e trasmetto a voi, ma non  ce mai solo il libro. Se vuoi imparare una lingua, compri si il libro di grammatica e  il dizionario e l’eserciziario, ma poi ti devi mettere a sentire un podcast in lingua a  vedere film, a parlare con una madrelingua a farti un viaggio in quel paese, e così  lo impari, stai bevendo da tutte le fonti possibili.  Inoltre, questo metodo ti da la possibilità di migliorare la tua memoria su  quell’argomento perché vai a ripetere molte informazioni, la ripetizione porta a  trattenere le informazioni. Quindi, scegli un argomento, e cominci a fare un piano  combinando almeno 3 o 4 metodi di apprendimento diverso sul tuo argomento.  Visuale, pratico, auditivo e via dicendo.     La pirámide dell ‘apprendimento    guardate è facilissimo cadere nel tranello che ci porta a pensare di sapere molto  di più di quello che sappiamo, esiste una piramide uno schema capire i passaggi  dell’apprendimento, e unisce tutto quello che abbiamo detto fino ad ora, la  piramide la trovate cercando su internet bloom’s taxonomy, creata da uno  psicologo educativo Benjamin Bloom, e fatta da sei livelli e il più basso è quello  dove tantissimi studenti si fermano, ogni livello si appoggia a quello precedente,  e se li tenete bene in mente durante il vostro viaggio nell’apprendimento potrete  orientarvi, capire a che punto siete. è una follia sta cosa, tutta la mia  carriera scolastica è basata sul primo livello, per questo non mi ricordo un cazzo  di quello che ho studiato, non so più fare una divisione. Il livello più basso della  piramide si basa sul ricordarsi le informazioni, imparare a memoria, provi a  ricordarti i concetti per l’esame o per quello che ti serve e cosi facendo si ti ricordi  e lo passi ma poi ti dimentichi, quindi primo livello recuperi i dati e li memorizzi,  ma poi ce da passare al secondo livello che è quello di capirle queste  informazioni, non basta sapere che ce stata una guerra mondiale, ma vai a capire  perché è scoppiata, chiediti come scoppiano le guerre, perché ce stata una  rivoluzione in quel paese in quel periodo, è il perché che ti cambia, è il capire le  informazioni che tu memorizzi che ti permette di scalare questa piramide. Quindi  per esempio leggi un capitolo di un libro e lo riassumi, provi a elaborarlo con le  tue parole, fai un grafico, cerchi di spiegare a una persona quello che hai  imparato. È una fase questa di elaborazione dei dati che hai memorizzato. Terzo  livello l’applicazione. Usi le informazioni in qualche situazione reale, hai imparato  una tecnica di gestione del tempo, bene ora usala sul lavoro, applicala. Quarto  scalino, analizzare, hai capito, hai applicato, ora puoi analizzare e classificare le  tue informazioni, hai studiato due stili diversi di leadership e sei in grado  in questa fase di capire quale è meglio in base a determinate situazioni, non solo  usi le informazioni ma sai quando sono più efficaci, è come aver imparato a usare  la spada e l’arco e sapere quando il nemico è lontano usi l’arco quando e  vicino usi la spada, e non pensate che lo fa tanta gente, qui è pieno di persone  che lancia la spada e ti tira in testa l’arco. Quinto passo, Valutazione, ora puoi esprimere un giudizio, difendere una posizione, supportare o meno una  teoria, hai un livello di conoscenza che ti permette di fare delle conclusioni, unire  i puntini di tutto quello che hai imparato e sapete qual è l’ultimo livello, è sempre  lo stesso, quello che vi vengo dicendo da sempre, è l’azione, l’ultimo è creare, la  punta della piramide è farci qualcosa con quello che impari, generare e creare  qualcosa di tuo che provenga da tutto questo sforzo, un progetto, un libro, un  podcast, un’azienda, cosa ci fai ora, questo è il punto più alto dell’apprendimento.     Scalare la piramide è difficile, ti sentirai stupido inadeguato senza conoscenza,  ma vai avanti nello studio, insisti e come andare in palestra dopo due settimane  sei come prima, ma poi inizi a mettere un peso in più, a fare una ripetizione in più e se continui arrivi a costruire un corpo forte e resistente, e la stessa cosa funziona con la mente.   Amici mettetevi a studiare qualcosa, iniziate a imparare usando queste informazioni per catapultarvi in una frequenza diversa dalla massa, sono pochi quelli che lo fanno e ve lo consiglio diventate esperti in qualcosa imparate bene perché ci servirà, non ce un cazzo da fare ci servirà per distinguerci, scegliete uno dei due modelli, il multileraning o il brute force leraning, e mentre lo state usando ricordatevi di non fermarvi al primo o al secondo livello della piramide, vi darà un vantaggio competitivo incalcolabile usare un metodo ogni volta che vi troverete davanti alla necessità di imparare qualcosa di nuovo, e ahimè, penso proprio che ci capiterà.   Gracias      
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    11:25
  • How To Listen - Oscar Trimboli #94
    EPISODIO 94- HOW TO LISTEN - OSCAR TRIMBOLI  7 COLPI DI MACHETE https://www.amazon.it/Sette-colpi-di-machete/dp/B0CN8HYRT3/ SITO: www.libriperilsuccesso.com COACHING: https://libriperilsuccesso.com/migliora/   Trascrizione del podcast Leggere libri di crescita personale può essere di grande aiuto; tuttavia, dopo un po' di tempo e quando ne hai letti tanti diventa sempre più complicato trovarne di validi, ne escono troppi, sono tutti uguali e stanno diventando di una banalità sconcertante, tanto che sto orientando le mie letture v erso degli argomenti precisi che completo con una serie di letture, per esempio: Come posso imparare meglio? Mi sono fatto questa domanda Leggo molto e ascolto tanti contenuti audio e video ma non riesco a trattenere le informazioni nel modo che vorrei, per tanto mi chiedo come posso migliorare?   Ho selezionato tre strumenti, il primo è l’ascolto, il secondo tratta della struttura dell’apprendimento, quindi imparare a imparare, il terzo è la memoria, ricordarsi quello che ho imparato. Nei prossimi episodi toccherò questi concetti.   Quello che vedremo oggi è l’ascolto e lo facciamo con un testo che si intitola How to Listen, come ascoltare, scritto da Oscar Trimboli.   Credo che ascoltare in maniera attiva e profonda sia uno degli strumenti più potenti in assoluto per imparare. Dato che passiamo intere giornate a sentire gente che parla ma pochi di noi si impegnano ad ascoltare, ci perdiamo una marea di informazioni per strada, è come andare a un concerto di musica classica con le cuffie sulle orecchie e ascoltare musica rock, ogni volta che qualcuno ci parla noi mettiamo le cuffie e sentiamo un'altra conversazione. La nostra.   È intrisa nella cultura attuale un’idea completamente sbagliata su come influenzare le persone e su come dominare la scena ed essere carismatici, ed è parlando.  Parlare è ovviamente un dono che molti usano senza ritegno, abusano di questo dono, tuttavia ascoltare è un super potere, che pochi scelgono di usare ma che tutti possiamo imparare   Siamo all’appuntamento 94 di libri per il successo- crescita personale da strada, un podcast di Davide Mastrosimone. Mi trovate sul sito www.libriperilsuccesso.com su amazon dove trovate il libro che ho scritto sette colpi di machete e se voolete il corso di linguaggio del corpo gratuito basta iscriversi alla newsletter del sito.   Ascoltare è qualcosa che si impara, è un’abilità e ha bisogno di pratica, di un processo, tutti pensiamo di essere molto bravi ad ascoltare, ma non è così. ricordatevi una cosa, noi non miglioriamo in base agli obiettivi che ci poniamo, ma grazie al processo che ci porta a raggiungerli. È sempre il processo che ha un impatto, non l’obiettivo. Ve lo dico con estrema sincerità, io non sono migliorato perché ho letto 100 libri di crescita personale sono migliorato perché li ho riassunti, ho estrapolato i punti chiave, li ho provati, ne ho scritto un testo di 15 minuti li ho raccontati in modo semplice a persone che ascoltano il podcast e ho mantenuto questo processo per 4 anni, è il processo che mi ha cambiato non l’obiettivo che era quello di leggere determinati libri. Il processo è la chiave del cambiamento, ricordatevelo. L’informazione non porta alla trasformazione, è quello che ci fai con le informazioni che ti trasforma.   Ascoltare rappresenta la volontà di cambiare opinione, di permettere a chi ti parla di inserire delle nuove idee nella tua mente, che possono arricchirti, ma la porta per farle entrare deve necessariamente essere aperta, altrimenti l’ascolto è pressoché inutile.   Analizziamo qualche numero. In media riusciamo a elaborare 125 parole al minuto, ne riusciamo ad ascoltare 400 al minuto e possiamo arrivare a pensarne 900 al minuto. Sono numeri importanti per capire il discorso di oggi, cosa possiamo dedurre da questi numeri?   Il nostro pensiero è dieci volte più elaborato della nostra capacità di esprimerlo a parole, di conseguenza chi ascolta deve necessariamente andare oltre la parola, e ascoltare soprattutto quello che non viene detto. Dato che dalla nostra bocca esce solo un 11% di quello che sta nella nostra testa.   Abbiamo una capacità di ascolto quattro volte più veloce rispetto a chi parla, per tanto mentre una persona ci racconta qualcosa siamo predisposti ad anticipare, giudicare, criticare e distrarci in pensieri che non hanno nulla a che vedere con la conversazione. Analizzando i numeri è facile comprendere il motivo per il quale ascoltare profondamente e in maniera attiva è molto difficile, non è qualcosa di spontaneo, è qualcosa che devi fare.   Ci sono ahimè quattro atteggiamenti nelle persone che rovinano l’ascolto. Ognuno di noi può cadere in queste trappole   Il primo è l’ascoltatore drammatico, quello che ascolta solo le emozioni non quello che dici, ma quello che percepisce a livello emozionale e le trasforma in un dramma, vuole entrare nella tua conversazione e diventarne il protagonista, ascolta solo perché vuole partecipare e prendere il palcoscenico. Tu sei solo un mezzo che inizia una conversazione che deve diventare sua.  Per esempio, tu gli stai raccontando che hai un capo stronzo, e lui ti interrompe e dice, se pensi che il tuo sia stronzo allora non sai che cosa fa il mio, e parte Se gli stai raccontando che tuo marito fa certe cazzate allora ti ferma e dice, se pensi che tuo marito è pesante, non hai idea di come sia il mio e parte.     Il secondo atteggiamento è quello di interrompere costantemente la conversazione, l’ascoltatore che interrompe vuole risolvere il tuo problema, tu stai raccontando e parlando lui ti ferma e ti dà una soluzione che non hai chiesto. Ora torniamo a usare i nostri numeri. Tu parli a 125 parole al minuto, ma ne pensi 900, ma chi ti ascolta ha l’arroganza e l’impazienza di fermarti, pretendere di aver capito quel 900 che hai in testa grazie a quel 125 che butti fuori, e la matematica non mente, ha solo un 11% di possibilità di aver capito, hai più chance al casinò di vincere.   Il terzo atteggiamento è quello che troviamo di più in questo periodo,  l’ascoltatore distratto. Lo vedi subito, non sa come è arrivato a infilarsi in quella conversazione e si distrae immediatamente, guarda il telefono, o l’iPad o il pc, non mantiene mai il contatto visivo, e quando gli fai una domanda durante la conversazione ti chiedono di ripetere quello che stavi dicendo perché erano completamente distratti dai loro pensieri. In famiglia, nel lavoro questa è la persona o l’atteggiamento più comune che possiamo trovare, fai una riunione con 20 persone uno parla 18 fanno i cazzi loro e uno solo ascolta e interrompe per fare una domanda che risolve il problema di chi parla. Senza che glielo ha chiesto.   Il quarto atteggiamento o tipologia di errore nell’ascolto è l’anticipo, voler anticipare il discorso, o la storia, tu stai raccontando di cosa ti è successo e la persona che hai davanti prova in tutti i modi di indovinare il futuro e come è finita la tua storia, si anticipa costantemente, e queste cose fanno spostare di nervi. Tu gli dici aspetta, no un attimo mo’ ci arrivo, vi è capitato vero? Stesso discorso qui, solo conosci un 11% della storia, non puoi anticiparla, ma cè un'altra questione. L’ascolto è situazionale, tu non ascolti un collega che ti racconta la sua serata alla macchina del caffè allo stesso modo o con la stessa attenzione che ascolti il medico mentre ti spiega le analisi del sangue, cosa che tra l’altro mi è appena successa, erano quindici anni che non le facevo per tanto non ho grande dimestichezza nell’interpretarne i risultati, non ci capisco una sega di tutte quelle sigle e percentuali della colonna ematologica, le ho portate dal medico, sono andato a malincuore a farmele spiegare, ho atteso nella saletta il mio turno e poi si è messo a guardarle e a raccontarmi l’esito, ammetto che mentre parlava avevo una certa inquietudine  ero molto attento nonostante quel brivido freddo che mi passava sotto le palle, io provo sta sensazione quando vado dal medico.   Ora voglio farvi un esempio, un gioco, per questo ho esagerato un pochino la descrizione del momento, vi ho appena parlato di un medico che legge gli esami, che immagine mentale vi siete fatti di questo medico?   È un uomo, una donna, giovane, mezza età, come lo avete visualizzato in testa mentre parlavo, Ognuno di noi ha delle immagini molto precise anche se non se ne rende conto e quando una parla immagina la conversazione secondo questi canoni personali, ricordatevelo perché se uno di voi immagina il medico come un uomo di 60 anni con i capelli brizzolati un camice bianco, questo non significa che il medico della storia che vi stavo raccontando sia così, magari è una donna di 30 anni. Poi in sto caso era un brizzolato, Dove voglio arrivare, che la nostra mente quando ascoltiamo crea delle immagini mentali che non rappresentano necessariamente la realtà di chi vi parla.   Ora, quale di questi quattro gruppi vi da più fastidio? Ognuno di noi ha la tendenza a entrare in uno di questi quattro gruppi, spesso quello che ci dà più fastidio è perché noi stessi lo facciamo. Io ascolto, è tanto che ci lavoro, tuttavia la mia personale tendenza era quella di interrompere e dare soluzioni a chi mi raccontava il suo problema, le soluzioni che solitamente davo erano di tre tipi mandalo a fanculo, tiragli una testata o non il rispondere, non lo faccio più ma possiamo riassumere il mio comporsamento così. Riflettici, a quale gruppo appartieni? E lavoraci     L’esperienza più profonda che possiamo vivere durante l’ascolto passa per dei livelli, se riuscite in qualche modo anche a superare il primo diventate immediatamente merce rara, pensate che un 80% delle persone non supera questa fase. Da dove si parte?   Da voi, il primo livello di ascolto parte da voi. Da quello che succede nella vostra testa quando qualcuno parla, se non fate altro che parlare con voi stessi è impossibile ascoltare. Se stai giudicando, o pensando ad altro, non stai ascoltando. L’autore ci dà dei suggerimenti da applicare prima di entrare in una conversazione. Togliete tutte le distrazioni, se qualcuno vi parla, non guardate il telefono, abbassate il volume delle notifiche, o mettete il telefono in modalità non disturbare o in silenzio per lo meno, toglietelo di mezzo, è un gesto elegantissimo oggigiorno ed è una delle cose più drammatiche e tristi che vedo in giro persone che parlano a persone mentre guardano il telefono. Non lo fate, ci fa perdere di umanità questa cosa. Secondo, mantiene un contatto visivo, traccia una specie di triangolo che va dalle sopracciglia al mento, e non distogliere lo sguardo da questa zona del volto. Un altro suggerimento, Esiste una connessione tra l’attenzione e il respiro, pensate che i Navy seals, questi soldati americani,  usano una tecnica per concentrarsi prima di passare all’azione, ed è quella di respirare per 4 secondi, trattenere l’aria per 4 secondi e poi espirare 4 secondi, fatelo 10 volte, respiro 4 tengo dentro 4 e butto fuori 4, facciamolo insieme 3 volte giusto per provarlo.   Questo esercizio preparatorio a un ascolto attivo aumenta la capacità di attenzione.   Se riuscite a stare in silenzio nella mente quando qualcuno parla, già siete a un livello altissimo e questo vi permetterà di passare alle fasi successive, ovvero quando la vostra attenzione può andare non solo a ciò che vi stanno dicendo ma anche a come ve lo stanno dicendo, a che parole usano, a che gesti fanno, il linguaggio del corpo lo osservi solo se sei in silenzio, è troppo complicato e richiede tante energie ascoltare cosa dicono e come lo dicono che non puoi permetterti il lusso di distrarti. Ogni volta che avete una persona davanti se volete leggerla fatevi una domanda, cosa vuole che io noti questa persona? Perché tutti hanno delle maschere e vogliono togliersele te lo stanno chiedendo disperatamente, che tu possa notare cosa sta nascondendo quella maschera, di cosa si vergogna questa persona davanti agli altri, che aspetti tiene chiusi in una cassaforte, come posso aprirla.  È il livello più profondo, che è quello di ascoltare tutto ciò che non viene detto, tu vuoi sentire il 90% che non viene detto per entrare in connessione con qualcuno o capire qualcosa che ti stanno dicendo o che stai ascoltando, anche quando vai a una conferenza o a una formazione tu vuoi leggere tra le righe, a noi interessa fino a un certo punto quell’11% che viene detto, vogliamo esplorare il resto, quello non detto, e tirarlo fuori al nostro ascoltatore. Il ruolo e la vera missione di chi ascolta è permettere a chi parla di far uscire quello che ha in testa, amici se riuscite a fare questo e ci si riesce succedono miracoli. La tua missione di ascoltatore è aiutare chi parla a capirsi e a formulare il suo pensiero interamente. Se riesci a estrarlo, è come trovare un diamante, ti arricchisce.   Ascoltando, capiamo quello che non riusciamo a dire   Grazie    
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    14:38
  • Crisi -Jared Diamond #93
    EPISODIO 93- CRISI - JARED DIAMOND  7 COLPI DI MACHETE https://www.amazon.it/Sette-colpi-di-machete/dp/B0CN8HYRT3/ SITO: www.libriperilsuccesso.com COACHING: https://libriperilsuccesso.com/migliora/   Trascrizione del podcast on leggo solo libri di crescita personale, anche perché come vi ho detto in passate occasioni serve fino a un certo punto, se non li applichi non serve a molto, e poi leggere sempre una stessa tipologia di libri ti rompi i coglioni.   Cè un autore che mi ha sempre accattivato, si chiama Jared Diamond, è famoso per i suoi saggi forse avete sentito armi acciaio e malattie, lui è un fisiologo e biologo evolutivo, massimo esperto mondiale di flora e fauna della Nuova Guinea, è un docente universitario in California e ogni suo libro è un viaggio che ti lascia qualcosa.   Questo è libri per il successo, crescita personale da strada, e siamo all’episodio 93 e parleremo del suo libro intitolato Crisi La tesi è questa, che gli stessi strumenti che un individuo usa per uscire da una crisi personale possono essere applicati alle nazioni, che non sono altro che un gruppo di individui. Questa parte a noi non interessa, tuttavia nella parte iniziale del saggio fa un excursus su come si sviluppano le crisi e quali sono i fattori che ti permettono di uscirne.   Tutti noi abbiamo affrontato stiamo affrontando o affronteremo delle crisi. Alcune improvvise, altre graduali. Può essere un matrimonio che va in frantumi,, una perdita di una persona cara, un licenziamento, un disastro naturale un incidente. La perdita improvvisa della fede. E le conseguenze possono farci precipitare in uno stato mentale e fisico terribile.    Io faccio percorsi di coaching, utilizzo un metodo per impostare il gps della persona in questione verso un traguardo, oltre che condividere una serie di modelli di pensiero e di strumenti per districarsi tra i problemi di tutti i giorni, per vivere con più senso la propria esistenza.  Fatto sta che la maggior parte delle persone che mi contatta lo fa perché attraversa un qualche tipo di crisi, al che ho pensato di affrontare questo argomento.   Crisi è una parola greca, significa scelta, decisione, per tanto possiamo pensare a una crisi come a un momento di verità. Un momento che rappresenta un punto di svolta tra la realtà che vivevi prima della della crisi e quella che ti tocca vivere dopo. Una crepa.    Quanto profonda e quanto dura questa crisi ha molto a che a fare con noi. Nessuno nega la crisi, sovente è inevitabile, è parte del gioco, ma noi come individui abbiamo la possibilità di controllare almeno in parte la nostra risposta.    Winston Churchill diceva -mai sprecare una buona crisi! perché amici quando finisce la tormenta sarete più corazzati, più forti, più consapevoli ma è importante superarla, perché altrimenti come spesso accade nella vita non avanziamo.   Quello che succede all’inizio di una crisi è una specie di sensazione di paralisi, i pensieri diventano catastrofici, pensiamo che tutta la nostra vita sia una merda, che noi siamo delle merde, che non funziona niente che va tutto a rotoli, ci è successo qualcosa di grave, e questo evento contagia ogni aspetto della nostra vita.    E allora che possiamo fare?   La risposta parte da un primo passo molto difficile, riconoscere di essere in crisi, e si perché se non ne prendiamo atto non possiamo uscirne. A volte è proprio quando riconosciamo di essere in crisi che una forza dentro di noi ci spinge a chiamare un terapeuta o a tagliare di netto le abitudini che ci stavano rovinando, ce sempre un momento chiave, dove tu riconosci che sei in crisi, senza quel momento nulla può succedere. Ad alcuni viene prima ad altri dopo quando toccano il fondo. Per esempio nelle mie sedute spesso chiedo alle persone come mai mi hai contatto ora, in questo momento della tua vita. Perché so che qualcosa si è mosso per iniziare un percorso con me, un passo lo hai già fatto, per tale ragione mi interessa sapere cosa si è innescato per contattare qualcuno.    Secondo- accettare la responsabilità personale. Tu riconosci che hai un problema, ma non basta, fino a che non smetti di dare la colpa di questo problema a qualcun’altro o a qualcos’altro non te ne puoi uscire. Stai vestendo i panni della vittima, cadi in un’autocommiserazione che non ti porta da nessuna parte, la vita è cruda amici, per tutti, non si salva nessuno qui. Cè sempre una parte del problema che puoi controllare, puoi scaricare tutte le colpa e passare la tua vita a fare la vittima, oppure ti rimbocchi le maniche e torni a vivere. Perché la terra continua a girare e il tempo a scorrere, e non si ferma per aspettarti. Le forze esterne non possiamo manipolarle o controllarle, o per lo meno io non so farlo, ci saranno sempre, ma le mie azioni rispetto queste forze sono mie e le controllo e posso scegliere se sorridere o piangere, se uscire di casa o ficcarmi nel letto se bere una bottiglia di vodka a una di acqua, se drogarmi o andare in palestra. Queste sono scelte. Spontaneamente e naturalmente non si cambia serve un colpo di volontà. Serve azione.    Prossimo passo - tracciare un confine. Le crisi sono contagiose, sempre usando l’esempio di una rottura col partner quello che succede è che tutta la nostra vita sembra grigia e fa schifo, ma tu hai ancora i tuoi amici, le tue passioni, il tuo lavoro, i tuoi viaggi, la tua salute, la tua famiglia, hai tante cose, ne hai persa una, bene metti dei paletti, argina la crisi e crea uno scompartimento. è importante agire in maniera selettiva, E purtroppo non lo facciamo, la crisi esonda e prende tutte le parti della nostra vita, è fondamentale arginarla e delimitarla a quello che è. Non a quello che pensiamo che sia.   Passo quattro- chiedere aiuto. Una volta che superi i primi tre livelli è il momento di alzare la mano e chiedere aiuto. Materiale, emotivo, fisico, psicologico, quello che sentite più necessario. Un fumatore ha bisogno di aiuto per smettere, può essere uno psicologo, l’ipnosi, l’ago puntura, i cerotti, le pastiglie…ma gli serve aiuto, uno che beve può trarre beneficio dei gruppi di riunione, appoggiandosi e condividendo con altri che soffrono la stessa situazione.  Chiedere aiuto è un atto di coraggio non di debolezza, dimostra la determinazione di uscirsene e spesso da soli è complicato. Parla con amici, familiari, professionisti, parla, non tenere dentro questa crisi o ti logora ti brucia l’anima, sputala fuori   Passo cinque- quando cominci a parlare e chiedere aiuto puoi applicare questo passaggio, che è usare gli altri come modello, perché ti svelo un segreto che non è cosi tanto segreto, quello che tu stai vivendo, qualcuno lo ha già vissuto e lo ha già superato, ci è passato ed è un unguento per lo spirito parlare con una persona che è uscita dalla tua stessa tormenta, puoi tirarci fuori un modello da applicare, cosa ha fatto questa persona, quanto ci ha messo, che ostacoli ha trovato, saperlo diventa un modello a seguire   Passo numero sei, la tua identità. Amici quello che fate quando non siete in crisi può fare la differenza. Non è la stessa cosa essere travolti da un dramma quando sia fisicamente sia mentalmente siete già a terra, vi distrugge, meglio farsi trovare in piedi. Se una crisi vi prende e voi credete in voi stessi, siete in forma, avete un ottima percezione di voi, avete degli obiettivi sentite che la vostra vita abbia un senso, avete una buona dose di amor proprio bhè non sarà la stessa cosa.  Per quello se in crisi non ci state lavorate per farvi trovare sani, forti sia fisicamente che mentalmente. Pensate a dover affrontare una guerra subito dopo una battaglia o durante altre battaglie. Le crisi sono parte della vita, fatevi trovare pronti, e farsi trovare pronti vuol dire che ogni santo giorno ce da fare qualcosa per voi, per la vostra salute mentale e fisica.    Settimo passaggio, avere una capacità di autocritica. Chiunque sia in crisi ha bisogno di pendere decisioni in maniera onesta, per quanto sia doloroso, di fare valutazioni reali, in base alle proprie risorse, alle proprie debolezze, ai propri sentimenti. essere in grado di valutare la realtà in maniera razionale. capire quello che siamo capaci a fare e quello che non siamo capaci a fare. Conoscerci a tal punto da poter innescare quei meccanismi che ci aiutano a riprendere il controllo delle nostre azioni e non scegliere il prossimo passo spinti dalle conseguenze della crisi ma dirigendo quel passo verso tutto ciò che ci fa stare bene.    Ottavo, le esperienze pregresse. Se sei già passato attraverso qualche crisi ti sentirai più fiducioso di poter affrontare quella nuova, e risolverla. Il valore dell’esperienza pregressa è uno dei motivi principali del perché le prime crisi sono terribilmente difficili da affrontare, pensate alla prima crisi amorosa, la prima rottura quando hai quell’amore innocente, adolescenziale e puro, e ti lasciano, è successo a tutti o quasi, vivi un inferno. Ti senti la terra crollare sotto i piedi, sei uno straccio, pensi che non passerà mai. Ma alla diciottesima volta che ti lasciano o che chiudi una relazione magari ci fai pure una risata. O per lo meno sai che dopo un periodo di tempo se ovviamente tu ci metti del tuo puoi tornare ad essere felice e innamorarti di nuovo, ma la prima volta non pensi questo, Cat Stevens ci ha fatto pure una canzone the first cut is the deepest, e il primo taglio è il più profondo.   Passo numero nove- Pazienza, la parola stessa ha un etimologia molto indicativa arriva da patire, da resistere al dolore spirituale e fisico, se hai quest’arma nell’arsenale superi tutto, sai benissimo che all’inizio ci sarà del dolore, ma il fatto di sapere che se riesci a tollerarlo e resistere poi quel dolore passa, si trasforma, allora hai anche la capacità di rimanere in piedi quando tutto prova a sbatterti per terra. Quindi datti del tempo. abbi pazienza  e accetta che il dolore ti attraversi, non esiste un altro modo per farlo andare via.    Dieci, flessibilità. Più sei flessibile prima esci dalla crisi, se sei rigido sulle tue posizioni allora diventa difficile, se sei convinto che ce solo una modo di fare le cose e quel modo non avviene allora non esci dalla situazione attuale.    Perché non esplori altre strade, altre soluzioni, a volte quando mi è capitato di trovarmi davanti a un problema, solitamente mi do del tempo per risolverlo, se ce quel tempo, mi prendo tre mesi poi decido, ma in quei tre mesi esploro possibilità varie.    Io ci ho messo molto a smussare gli angoli del mio carattere, e mi rendo conto che affronto situazioni complicate con un animo molto diverso oggi, è come trasformarsi in acqua, sei più flessibile ti adatti entri da fessure che non ti potevi immaginare e in qualche modo superi il momento complicato più velocemente.   Le convizioni attorno a cui ruota l’identità di una persona, i vostri principi possono frantumarsi i un secondo, e quando ti tocca ricostruire la tua anima, puoi scegliere di cambiarla, è il momento di cambiare, di trasformarti in qualcosa di nuovo, non ricostruirti com’eri prima, approfitta della crisi per cambiare qualche pezzo.   Pensate a quante persone dicono - piuttosto che cambiare questa situazione muoio- meglio morto che- tutte ste frasi fanno emergere le vostre convinzioni e da questo poi dipende anche la velocità di uscita da una crisi. Se le tue convinzioni su come funziona la vita sono tali da non poter essere smosse davanti a niente possono complicarti il processo di risoluzione di una crisi.     Se vi sentite sopraffatti da una particolare situazione provate a sedervi, scrivere questi punti su un quaderno e fare una valutazione reale del vostro momento, prova a fare un check su quello che abbiamo visto oggi, hai chiesto aiuto, hai preso atto, hai delle convinzioni che puoi cambiare per uscirtene, stai facendo la tua parte?      alcune crisi lasciano cicatrici indelebili ma la pelle poi si richiude, rimane il segno ma non sanguina più, ci tocca andare avanti, dobbiamo andare avanti.   Non esistono i momenti belli senza aver provato sulla pelle quelli brutti, non puoi apprezzare una giornata primaverile, con un sole che ti scalda la faccia, l’odore dei fiori che germogliano, gli uccellini che cantano, non lo apprezzi se non hai camminato dentro una tormenta che spazza via tutto, uno non potrebbe esistere senza l’altro, è come leggere un libro che non ti permette di saltare le pagine, ogni riga va vissuta, perchè non puoi tornare a leggerla, quindi impara tutto quello che puoi. ci saranno capitoli che non vorrai leggere e che ti faranno disperare e piangere altri capitoli che non vorresti smettere di leggere esche ti rendono felice e pieno di gioia, ma è la tua vita e vale la pena di leggerla tutta.   Grazie  
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Su Libri Per Il Successo - Crescita Personale da Strada

Libri per il successo si presenta come un podcast dove si propone all’ascoltatore un libro che possa fornire spunti per migliorare la sfera personale e professionale. Ogni due settimana un libro- un argomento, una pillola pratica, se mettiamo insieme podcast dopo podcast nell’arco di un periodo ci troviamo ad assimilare una serie di strumenti che di danno una marcia in più. Ovviamente i libri vanno letti e questo programma è pieno di opinioni e aneddoti personali del suo autore, non intende essere un riassunto bensì una chiacchierata motivazionale con gli ascoltatori. #crescitapersonale #percorsodimiglioramento #selfhelpbooks #libriperilsuccesso
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