“Riconoscere i volti, costruire la pace” è una mostra nata dai racconti di chi la guerra l’ha vista e nel cuore di essa, ha agito in modo da spaccarne la logica...
Davanti a una casa distrutta, una madre che soffre, un paese in guerra, l’impossibilità di andare a scuola e vedere gli amici… cosa può offrire una ragazza di 17 anni? Yulia ha deciso di non smettere di domandare. Di non eliminare la possibilità che esista ancora una bellezza per lei. Confidare in questa bellezza è l'unica cosa che le dà speranza.Gli inserti audio di questo episodio sono di Luca Trippetti.
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8:03
ASCOLTARE, CIOÈ SEDERSI VICINO
Lucia d’Anna, insegnante di musica originaria di Varese, vive a Gerusalemme da nove anni. Qui lavora all’Istituto Magnificat, una scuola dove ebrei, cristiani e musulmani studiano insieme. Quando la guerra inizia, decide di restare. Riapre la scuola, accoglie il dolore e la rabbia dei suoi studenti, cercando di ricostruire la fiducia tra chi, fino a pochi giorni prima, suonava fianco a fianco.
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7:42
LA PACE GIÀ POSSIBILE
Quattro genitori, due popoli, un'unica scelta: pace o vendetta? Nel cuore del conflitto, trasformano il dolore in un incontro che cambia tutto. Il Parents Circle è la loro sfida: riconoscere l'umanità dell’altro, rompere il ciclo dell’odio e dimostrare che la pace non è un’utopia, ma una possibilità concreta.
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13:06
RIMANERE E COSTRUIRE
Padre Hanna ha vissuto per oltre 12 anni nei villaggi di Knayè e Yacoubieh sotto il controllo di gruppi jihadisti, gestendo progetti di supporto per la popolazione locale. Nel 2023, Al Tahrir al Sham gli ha tributato un riconoscimento prima della sua partenza per Aleppo. Due anni dopo, padre Hanna è vescovo di Aleppo.
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7:10
UN NOME UN FUTURO
Un nome un futuro è un progetto di accoglienza e supporto per bambini orfani e madri emarginate ad Aleppo Est, nato nel 2016 grazie alla collaborazione tra Pro Terra Sancta, il Mufti islamico Mahmoud Akam, il vicario apostolico mons. George Abou Khazen e il padre francescano Firas Lufti. Coordinato da Giacomo Gentile, il progetto ha creato centri che offrono istruzione, assistenza e un ambiente sicuro a migliaia di persone, restituendo loro un posto sicuro e una comunità in cui crescere.
“Riconoscere i volti, costruire la pace” è una mostra nata dai racconti di chi la guerra l’ha vista e nel cuore di essa, ha agito in modo da spaccarne la logica.
“C’è una crepa in ogni cosa è così che entra la luce”.
La mostra è nata in occasione della seconda edizione del Milano University District, dal titolo "La speranza non delude". L'evento consiste in tre giorni di mostre, incontri e spettacoli.
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