Versatile, curioso e con l’ambizione di regalare qualche sorriso con una pensosa leggerezza. Charlot da Charlie Chaplin prende il nome ma vorrebbe rifletterne a...
«L’arte è pace. La buona arte riesce, in modo meraviglioso, a coniugare l’assolutamente unico con l’universale. Questo approccio è esattamente il contrario rispetto a quello dei conflitti violenti». Così dichiarava il Premio Nobel Jon Fosse in occasione dell’ultima Giornata Mondiale del Teatro, svoltasi il 27 marzo del 2024.Un messaggio, oggi ancora più attuale e urgente, che Charlot raccoglie per una puntata speciale dedicata alla pace, raccontando uomini e soprattutto donne che si sono opposti alla guerra, attraverso le arti dello spettacolo.La pace è infatti al centro della nuova produzione del Teatro Paravento di Locarno: “Ricucire, con il filo della Storia. Voci di donne per la pace”. Di pace parlava la Lisistrata di Aristofane, primo essere umano della storia a ribellarsi – non nel mondo reale, ma in quello immaginifico dell’arte – contro l’orrenda pratica maschile della guerra. Una figura riprese nel corso del Novecento come icona femminista e pacifista e rivisitata nel 2015 da Spike Lee nel film Chi-Raq. E a favore della pace si è impegnata per oltre 20 anni la candidata al premio Nobel Angelica Edna Calò Livne, che in Alta Galilea, regione al confine fra Israele e Libano oggi sotto bombardamento, ha creato la Fondazione Beresheet Lashalom Teatro dell’Arcobaleno, un progetto di teatro e di dialogo interculturale che ha coinvolto centinaia di giovani israeliani, palestinesi e drusi; ebrei, cristiani e musulmani. Con Miguel Angel Cienfuegos (direttore artistico del Teatro Paravento); Simone Beta (professore di Lingua e letteratura greca dell’Università di Siena), traduttore della Lisistrata di Aristofane (Fondazione Lorenzo Valla-Mondadori, 2020) e autore de La donna che sconfigge la guerra. Lisistrata racconta la sua storia (Carocci, 2022); Angelica Edna Calò Livne e Silvia Guetta (professoressa di pedagogia della pace e gestione dei conflitti presso l’Università di Firenze), che a partire dall’esperienza del Teatro dell’Arcobaleno in Alta Galilea hanno messo a punto il metodo pedagogico del “Teatro Umanante”, descritto nel libro: Laboratori e strategie di comunicazione attraverso le arti. Sentieri verso la pace con noi stessi e con gli altri (Aracne editrice, 2024).undefined
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Il corpo è una mappa – 3. Gambe
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Quando impareremo a preoccuparci e a non amare la bomba
Nel 1964 Stanley Kubrick firmava il film “Il dottor Stranamore” che aveva anche un sottotitolo: “Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba”. Si trattava di una commedia nera - che raccontava con un umorismo nero, graffiante, acido, l’assurdità della corsa ad armi sempre più potenti in grado di condurre all’annientamento nucleare dell’umanità.Più o meno in quegli stessi anni Friedrich Dürrenmatt componeva una delle sue pièce più note e rappresentate: I fisici. Un testo per il quale il suo stesso autore usa i termini grottesco e paradossale e che riflette mescolando generi e registri diversi sulla scienza, la conoscenza, il potere e la responsabilità che l’intreccio di questi tre elementi comporta. Un testo che LAC di Lugano e Teatro Sociale di Bellinzona coproducono in questa stagione teatrale per la regia di Igor Horvat.Per Charlot è l’occasione di discuterne con il regista ma anche con la giovane cineasta Agnese Laposi che in collaborazione con Horvat sta curando una versione televisiva della pièce, allargando la riflessione all’ambito cinematografico insieme al prof. Marco Ciardi autore del saggio “Incontri ravvicinati tra scienza e cinema” (Hoepli, 2023).undefined
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Minimondi
®Non è facile immaginare spettacoli per un pubblico con età compresa tra 1 e 4 anni.Eppure nella sua ultima edizione il festival internazionale di narrazione di Arzo ne ha proposti ben due realizzati da compagnie teatrali che hanno posto al centro della loro ricerca la prima e la primissima infanzia. Una ricerca che nel 2004 ha dato vita a Visioni di futuro, visioni di teatro, un festival internazionale di teatro e cultura per la prima infanzia, che propone spettacoli per bambini da 0 a 6 anni, presentati da compagnie italiane e straniere. Proprio per riflettere sull’importanza, sulle sfide e sugli interrogativi che solleva pensare e fare un teatro così particolare, Arzo ha riservato quest’anno a questo tema una sezione speciale che oltre agli spettacoli teatrali, prevedeva laboratori per famiglie e per operatori e una tavola rotonda realizzata in collaborazione con Rete Due che è diventata questa puntata speciale di Charlot.Oltre agli artisti presenti al Festival che lavorano da anni a una drammaturgia rivolta ai più piccoli (Elisa Semprini e Andrea Buzzetti per Baracca Testoni e Riccardo Colombini per Schedia Teatro) i protagonisti della tavola rotonda sono lo psicologo dell’età evolutiva Dieter Schürch, allievo di Jean Piaget che alle influenze dell’arte e della cultura nello sviluppo infantile ha dedicato gran parte della sua ricerca, e la responsabile della mediazione culturale del LAC Isabella Lenzo che per il centro culturale luganese ha sviluppato programmi culturali per le famiglie e per il pubblico più giovane.Prima emissione: 8 settembre 2024
Versatile, curioso e con l’ambizione di regalare qualche sorriso con una pensosa leggerezza. Charlot da Charlie Chaplin prende il nome ma vorrebbe rifletterne anche lo spirito, per diventare un programma che guarda al mondo dello spettacolo come da una scala a chiocciola: con una prospettiva a 360 gradi ma anche qualcuno in più. Perché passare e ripassare da un certo luogo - fisico o mentale - affrontare tematiche e problematiche vicine da punti di vista differenti, alla fine ci regala piccole illuminazioni, impreziosite da accostamenti inediti. Charlot si occuperà di cinema, di teatro, di opera lirica, di serie TV, di musical o di stand-up comedy... Facendoli dialogare tra loro a volte. Altre sfruttando quello che i linguaggi più moderni insegnano a quelli tradizionali. Due ore settimanali per scoprire, riflettere, interrogarsi sul mondo dello spettacolo e le sue prospettive.