Vi racconto, la rubrica di Cine34 dedicata al mondo del cinema, diventa anche un podcast. Dieci episodi, con cadenza settimanale, narrati dalla voce di Enrico V...
Ettore Scola è stato un grande regista perché prima di tutto è stato un grandissimo sceneggiatore. Ha capito per primo il rapporto stretto tra cinema e messa in scena del cinema. Il primo ricordo che ho è di quando veniva a casa di mio padre Steno per sceneggiare “Un americano a Roma”. Lavora con i più grandi, come Sordi e Tognazzi e confeziona uno dei film più belli della storia del cinema, il suo capolavoro, “C’eravamo tanti amati”. Ettore Scola mi ha insegnato una cosa fondamentale della commedia all’italiana: non bisogna mai essere moralisti, perché esistono anche le ragioni degli altri.
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Dino Risi: il Billy Wilder del cinema italiano
E’ una grande emozione per me raccontare Dino Risi. Nasce a Milano in una famiglia borghese, studia medicina e diventa medico, ma la passione per il cinema stravolge la sua vita; a Roma conosce Carlo Ponti e da lì inizia tutta la sua carriera. Rilancia il cinema italiano con “Poveri ma belli”, fa film comici fino al suo capolavoro, “Il sorpasso”, dove mischia umorismo e crisi in maniera unica. Lavora con Totò, Sordi, Manfredi, Gassman, tutti i più grandi attori e attrici del cinema italiano. Dino fu un regista eclettico, gentile, che seppe raccontare l’Italia con una grazia formidabile.
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Il talento di Mario Monicelli: genio, ironia e libertà
Mario è stato uno dei giganti del cinema italiano. Figlio di una famiglia di intellettuali, si laurea in lettere ed inizia la carriera con mio padre Steno, il suo miglior amico. Insieme formano una coppia di abili sceneggiatori e girano i primi film di Totò. Mario sale alla ribalta con “I soliti ignoti”, un film straordinario e poi con “La grande guerra”, dove mescola dramma, storia e umorismo. Ogni volta rimanevo incantato di come raccontava il cinema, con la sua gentilezza, cordialità, mai una parola di troppo.
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Tra clown e poeti: il mondo di Federico Fellini
Federico nasce a Rimini e fin da subito dimostra un grande interesse per il cinema e soprattutto per il disegno; fu mio padre Steno, allora segretario di redazione, ad assumerlo per la prima volta come disegnatore. La sua fu una produzione limitata, ma eccelsa, da “Lo sceicco bianco” a “La dolce vita”, forse il suo film più enigmatico, complesso, ma altrettanto meraviglioso. E poi “8 ½”, il suo capolavoro, insieme al suo alter ego Marcello Mastroianni e “Amarcord”. Film indimenticabili che rimarranno scolpiti nella storia del cinema italiano ed internazionale.
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Carlo Vanzina: l'uomo dietro i cinepanettoni
Questo episodio è il più difficile, ma anche il più facile, quello su mio fratello Carlo, un vero e proprio fenomeno. Divenne subito aiuto regista di Mario Monicelli ed ebbe l’opportunità di lavorare su set incredibili, da “Romanzo popolare” a “L’armata Brancaleone”. Dopo aver rifiutato una proposta di Carlo Ponti iniziammo a lavorare insieme; facemmo film bruttissimi, al principio, poi mettemmo a fuoco un altro grande fenomeno, Diego Abatantuono e con lui e Jerry Calà girammo “I fichissimi”; da lì la nostra carriera non si è più fermata. Tutto con un grande obiettivo: fare commedie che fotografassero anche la realtà. Carlo è stato il miglior regista, sceneggiatore, fratello, che potessi mai avere.
Vi racconto, la rubrica di Cine34 dedicata al mondo del cinema, diventa anche un podcast. Dieci episodi, con cadenza settimanale, narrati dalla voce di Enrico Vanzina, un viaggio tra le stelle del grande schermo, ricco di aneddoti e curiosità, alla scoperta di registi, attori e attrici con cui il celebre regista ha avuto il piacere e l’onore di lavorare durante tutta la sua carriera.