Il racconto nitido del Medioevo e del Rinascimento a un pubblico non scientifico. Una lettura trasversale su percorsi interdisciplinari affiancati alla musica, ...
L’appellativo catharos fu loro applicato a partire dal 1163 dall’abate Ecberto di Schönau (c.1132-1184) che scrisse contro di loro. I catari chiamavano se stessi boni homini, boni christiani, perfecti. Sono conosciuti anche più frequentemente come albigesi, dalla città di Albi, una delle roccaforti catare in Francia. Seguaci di dottrine ereticali dualiste, diffuse in area cristiana durante il Medioevo si contrapposero alla chiesa cattolica. La dottrina dei catari vedeva il bene e il male come forze in continuo conflitto si propagò soprattutto nel sud della Francia e nell’Italia settentrionale, dove si fece portatrice delle istanze innovatrici e moralizzatrici che avevano animato, già dagli inizi dell’XI secolo, vari gruppi fautori della povertà volontaria e della vita evangelica. Il successo dei Catari è da collegare al fatto che essi utilizzarono i difetti della cura pastorale medievale e l’appello dei riformatori a una Chiesa povera, per affermare la propria dottrina.
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28:41
Viaggio tra Provenza e Italia nei secoli XII e XIII
Quilisma oggi è in compagnia dell’ensemble Murmur Mori che ha voluto così intitolare la propria performance artistica all’edizione 2024 di Cantar di Pietre, prendendo spunto da una formula spesso utilizzata come envoi, perfetta per indicare il lungo peregrinare che fecero la poesia e la musica giunte dalla Provenza in Italia influenzando la poesia volgare, viaggiando dalle corti del Nord alle piazze di Bologna, lasciando traccia di materia di Francia anche nelle celebri rime dei Memoriali Bolognesi. L’Italia dei secoli XII e XII fu terra che accolse nelle sue Corti e nei suoi Comuni le Muse Provenzali e Francesi che spesso ripararono in territorio italico per cercare fortuna presso i potenti o per sfuggire alle persecuzioni religiose. Alimentarono una scuola di poesia e musica nostrana che già andava formandosi e che scolorì soltanto con l’arrivo della poesia degli stilnovisti che, primi tra tutti Dante e Petrarca, spesso cantarono l’ammirazione dei trovatori che li precedettero. Ospiti di Giovanni Conti Silvia Kuro e Mirkò Volpe.
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29:31
Quando il trovatore era ebreo
®Durante il periodo turbolento, che si inserisce tra la messa al rogo del Talmud (1242-1244) e la grande deportazione del 1306, gli ebrei del Vecchio continente svolgono sostanzialmente la stessa vita quotidiana dei cristiani e hanno la stessa lingua dei paesi in cui vivono. Condividono anche lo stesso gusto per i libri, i monumenti, la gioia di vivere e persino il canto popolare.Le canzoni delle comunità ebraiche del tempo riflettono infatti la vita quotidiana degli ebrei e degli eventi, felici o tragici, che punteggiano l’esistenza umana. Sono espressione vocale di una popolazione, custode dei suoi riti e delle tradizioni. La lingua ebraica sarà conservata per le preghiere e i testi liturgici oggetto della puntata odierna di Quilisma.Prima emissione: 3 dicembre 2023
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27:55
Un pellegrinaggio musicale
“Da Montserrat a Burgos, da Léon a Santiago: queste le tappe che compongono il cammino musicale verso la tomba di San Giacomo. Ogni tappa è identificata da un codice musicale, da cui sono tratti alcuni dei brani che i pellegrini medievali possono aver ascoltato durante il tragitto. Una silloge di generi musicali e diverse spiritualità: dalle forme devozionali del Llibre Vermell de Montserrat alla polifonia dotta del monastero femminile cistercense di Santa Maria de Las Huelgas a Burgos, passando per il monumento devozionale delle Cantigas de Santa Maria e concludendo con il Codex Calixtinus (nella foto). Un viaggio la cui guida è l’inno dei pellegrini di Santiago e la sua più nota acclamazione, Ultreya! Suseya!, che da secoli, nel saluto reciproco tra chi va e chi viene, rinfranca nell’incontro chi è in cammino.
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29:30
Quando Milano era spagnola...
Oggi la musica ci porta in piena epoca rinascimentale e ci porta in Lombardia all’indomani della battaglia di Pavia che nel 1525 vide la vittoria delle armate imperiali di Carlo V e del suo alleato Francesco Sforza, evento che di fatto segnò l’inizio di un lungo periodo di dominazione spagnola che si protrarrà per quasi 200 anni. Carlo V è il vertice della casata degli Asburgo, la più potente in quel momento storico, e alla sua corte e a quella in seguito di suo figlio Filippo II, le arti e la musica occupano un posto di grande rilievo. Sono anni in cui la Capilla Real è divisa in due straordinari organici, La Capilla Real e la Capilla Flamenca ai cui vertici si alternarono musicisti di straordinario valore.Milano dunque si fa in qualche modo spagnola ed anche la musica lascia la sua traccia importante. Musica spagnola a Milano che ha assunto caratteristiche specifiche, musica che è stata oggetto di un progetto di ricerca svizzero sfociato in un disco pubblicato i dalla casa disc ARCANA e che vede protagonisti Evangelina Mascardi e Maurizio Croci.
Il racconto nitido del Medioevo e del Rinascimento a un pubblico non scientifico. Una lettura trasversale su percorsi interdisciplinari affiancati alla musica, attraversando l’entusiasmante stagione della monodia per giungere al trionfo dell’esperienza polifonica. Il tutto con proposte d’ascolto, novità discografiche, recensioni librarie e incontri con i protagonisti, sia attraverso interviste sia come ospiti in studio.