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Voci dipinte

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RSI - Radiotelevisione svizzera
Un programma che approfondisce temi d’attualità nel mondo dell’arte, con uno sguardo trasversale e multidisciplinare che dà la parola a storici dell’arte, artis...

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5 risultati 72
  • Viaggio in Italia
    «Questo libro si apre con la scultura di uno schiavo romano ribelle fatta da uno scultore svizzero a ridosso dei moti risorgimentali e si chiude con due opere contemporanee» scrive Alessandro Del Puppo nell’introduzione del nuovo libro da lui curato «una sul tema dell’immigrazione da parte di un artista albanese che lavora a Milano e l’altra di una giovane artista siciliana sul tema della violenza di genere. In mezzo corre la storia di una nazione, letta e interpretata attraverso il prisma delle arti visive: pittura, anzitutto, e poi scultura, fotografia e grafica». L’ambizioso percorso proposto da Del Puppo ci fa attraversare le vicende e le atmosfere di un Italia che cambia lo fa presentando l’analisi di 50 opere d’arte che hanno lasciato il segno. Voci Dipinte ha deciso di fare un viaggio in compagnia di questo libro scritto da sedici autori diversi: Arte italiana. Un percorso in cinquanta opere dal Romanticismo alla video performance (Carocci 2024). Ma quali sono gli aspetti della storia di un Paese che possono emergere attraverso l’analisi della produzione artistica? Ospite: Alessandro Del Puppo, professore di Storia dell’arte contemporanea all’Università degli Studi di Udine. Fra le sue pubblicazioni: Modernità e nazione (Quodlibet, 2012); Egemonia e consenso (Quodlibet, 2019); Pasolini Warhol 1975 (Mimesis, 2019).L’inserto della settimana ci porta alla Fondazione Beyeler dove è allestita la grande retrospettiva di Matisse. Ce ne parla il suo curatore, Raphael Bouvier.
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    1:00:40
  • Roberto Longhi: scrivere d’arte
    «L’opera d’arte non sta mai sola, è sempre in rapporto. Per cominciare: almeno un rapporto con un’altra opera d’arte. Un’opera sola al mondo, non sarebbe neppure intesa come produzione umana, ma guardata con reverenza o come orrore». Sono parole di Roberto Longhi di cui Einaudi ha dato alle stampe una nuova edizione della sua più famosa antologia di scritti; Da Cimabue a Morandi era stata pubblicata postuma a cura di Gianfranco Contini nel 1973, per i Meridiani Mondadori, la prestigiosa collana di letteratura italiana. Allora l’intenzione di Contini era sottolineare la grandezza di “Longhi scrittore”. Oggi l’intento è quello di evidenziare l’autonomia e l’originalità del pensiero del grande storico e critico d’arte nato ad Alba nel 1890, noto anche a livello internazionale per i suoi studi su Caravaggio e Piero della Francesca. L’occasione per tornare a parlare della figura di Longhi e della sua “strabiliante scrittura” che ha avuto un grande impatto su intere generazioni di critici e scrittori.Ne parleremo con Cristina Acidini, Presidente della fondazione di studi di storia dell’arte Roberto Longhi di Firenze e con lo storico dell’arte e curatore Simone Soldini.Per la mostra della settimana saremo al Museo d’arte di Mendrisio per la prima antologica dedicata a Ingeborg Lüscher in Ticino.
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    53:05
  • Finalmente Grande
    Per arrivarci ci sono voluti oltre 50 anni perché se ne parla fin da quando nel 1972 Palazzo Citterio venne acquisito dallo stato italiano per ospitare le opere del 20. secolo della Pinacoteca, ma l’idea di un ampliamento di Brera risale ad ancora prima.Una delle prime a parlarne fu Fernanda Wittgens diventata nel 1947 sovraintendente della Pinacoteca - prima donna in Italia a ricoprire il ruolo di direttore di un importante museo o galleria –Nel primo dopoguerra aveva iniziato a lavorare insieme al precedente direttore Ettore Modigliani al progetto di una  “grande Brera”, in cui la Pinacoteca fosse collegata alle  altre istituzioni culturali del complesso come l’Accademia di Belle Arti, l’Osservatorio di Astronomia e l’Istituto Lombardo di Scienze e Lettere, e soprattutto all’idea di farne un polo di vita per tutti i cittadini.Ritardi, incomprensioni, ostacoli burocratici o politici e imprevisti si sono susseguiti spostando sempre più avanti la realizzazione e la concretizzazione del progetto che ha visto impegnati in momenti diversi almeno 3 studi di architettura.Ora finalmente sarà il pubblico a potersi esprimere in prima persona sul valore di questo ampliamento di cui questa settimana Voci dipinte si occupa con l’attuale direttore generale della Pinacoteca Angelo Crespi.
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    57:39
  • Mutevole Diavolo
    Come si passa dai diavoli scuri e arcigni, ferini e mostruosi dell’alto medioevo alle fattezze umane del bellissimo angelo ribelle di Alexandre Cabanel di metà Ottocento? La raffigurazione del Diavolo ha una lunga storia che include molteplici iconografie: il Maligno si sottrae a ogni tentativo di classificazione, sfugge alle categorie: è un’entità che muta continuamente, rispecchiando i gusti e soprattutto le paure e le ossessioni delle epoche storiche. Ogni volta Lucifero, sovvertitore dell’ordine, assume una maschera diversa, impersona il nemico di turno. Una storia che prende le mosse dalle prime attestazioni dell’arte cristiana, in cui il Diavolo è relegato agli Inferi e si conclude con le rassicuranti rassicuranti sembianze degli emoticon dei moderni inferni tecnologici: un racconto avvincente racchiuso nel saggio Il Diavolo. Storia iconografica del male a cura della storica dell’arte medievale Laura Pasquini, ospite di Voci dipinte. Se il Diavolo sovverte ogni ordine, Giovanni Pintori ha scardinato alcune regole della grafica: pioniere, visionario, è stato l’artefice dello stile Olivetti. A questa importante figura della grafica internazionale il M.A.X Museo di Chiasso dedica una ricca mostra.
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    59:34
  • “Arte in assetto di guerra”
    Una fotografia scattata a Pisa durante la Prima guerra mondiale documenta il lungo viaggio, in fuga dai bombardamenti di Venezia, cui fu costretto un capolavoro indiscusso del Rinascimento: L’Assunta di Tiziano. Protetta da un’enorme cassa di legno, la grande pala viene trasportata su un carro trainato da buoi davanti alla stazione di Pisa. Questa è una delle tante immagini che raccontano le misure d’emergenza adottate in Italia durante le due guerre mondiali. In un contesto in cui non esistevano norme e strategie adeguate alla protezione del patrimonio culturale. Solo nel maggio del 1954 viene firmata all’Aja la Convenzione per la tutela dei beni culturali in caso di conflitto armato. Ratificata dalla Svizzera nel 1962, la Convezione resta tuttora la fonte normativa primaria per la salvaguardia dei beni culturali in tempo di guerra.Ma qual è la sua effettiva efficacia oggi? “La tutela dei beni culturali nei conflitti armati. I 70 anni della Convenzione dell’Aja” cita il titolo dell’evento organizzato dall’Associazione storiche e storici dell’arte della Svizzera italiana per il 30 novembre, evento che ci offre lo spunto per parlare di «arte in assetto di guerra».Ospiti: Dario Jucker, avvocato esperto del diritto dell’arte e moderatore dell’evento.Elena Franchi, professoressa ordinaria all’Università di Trento, esperta di storia greca, antropologia e conflitti di confine.Teresa Beracci, sociologa e articolista, autrice di una ricerca sul tema «Il patrimonio culturale nei conflitti armati».L’inserto di questa puntata ci dà la possibilità di approfondire il tema con una visita al Museo d’arte e di storia di Ginevra dove è in corso la mostra Patrimonio in pericolo, Lou Lepori ha incontrato Béatrice Blandin, conservatrice della sezione di Archeologia del museo.undefined
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    58:27

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Su Voci dipinte

Un programma che approfondisce temi d’attualità nel mondo dell’arte, con uno sguardo trasversale e multidisciplinare che dà la parola a storici dell’arte, artisti e conservatori, scrittori e critici, per parlare di artisti, opere d’arte, musei e nuovi linguaggi artistici. Ogni settimana l’inserto dedicato a una mostra scelta dalla redazione e raccontata dai curatori. E una selezione di notizie e segnalazioni di inaugurazioni da non perdere.
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