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Rame

Podcast Rame
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Rame è la serie podcast di una community che vuole sfatare il tabù dei soldi. Nasce all'interno di una piattaforma (www.rameplatform.com) che attraverso i suoi ...

Episodi disponibili

5 risultati 138
  • Episodio 91: E se la soluzione non fosse risparmiare, ma guadagnare di più?
    Elisa Pistis ha 38 anni ed è un’attrice. Nasce in Sardegna da un papà ferroviere e una mamma impiegata, che si sono emancipati da contesti molto umili e che le trasmettono l’importanza del risparmio. Elisa capisce subito che ogni desiderio esaudito racchiude il costo di ciò a cui si è dovuto rinunciare per realizzarlo. «Un'educazione di questo tipo ha creato in me una costante ansia che i soldi non bastassero mai e che quindi tutte le spese “superflue” potevano o essere tagliate oppure accuratamente ponderate». A dispetto di questa relazione con il denaro, Elisa sceglie di intraprendere una carriera intrinsecamente instabile, e cioè, quella teatrale. Finita l’università in Beni Culturali, si iscrive all’Accademia d’arte drammatica a Udine e, una volta diplomata, si dedica con passione al suo sogno di diventare attrice, affrontando sacrifici e precariato. «Sono stati dieci anni complessi. Un mese avevo cinque spettacoli, ma il mese successivo non sapevo cosa aspettarmi». Quando la pandemia cancella improvvisamente la tournée in cui era impegnata, Elisa prende consapevolezza della necessità di avere un piano B, e di diversificare le sue fonti di reddito. «Vivo da sola e posso contare solo sulla mia capacità di lavorare come attrice. Se mi tolgono questa possibilità, io non ho paracadute». Così, inizia a cercare un secondo lavoro, conciliabile con i suoi impegni sul palcoscenico. Dopo un po’ di ricerche, trova un impiego in un altro ambito che l’appassiona: quello del benessere, nel campo del network marketing.  Grazie al nuovo lavoro, Elisa guadagna circa 700 euro al mese. Combinando queste entrate con quelle derivanti dal teatro, riesce finalmente a concedersi a regalarsi il lusso di qualche spesa superflua. «Se voglio andare al ristorante una volta in più, ora posso farlo senza troppi pensieri. Tuttavia, trovare un equilibrio non è sempre immediato: dopo una vita passata a risparmiare, liberarsi dall’idea che ciò che è superfluo si debba necessariamente evitare non è semplice. Cambiare mentalità richiede tempo e consapevolezza». 
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    12:02
  • Episodio 90: Ho smesso di puntare tutto sul lavoro dipendente
    Michele Dalla Tezza ha 49 anni ed è sia imprenditore sia dipendente di una multinazionale nel settore marketing. Nato e cresciuto in provincia di Varese, uno dei quadretti familiari impressi nella sua memoria ritrae il padre artigiano e la mamma impiegata intenti a parlare di soldi. «Mia mamma teneva la contabilità della ditta di mio papà, e gli chiedeva i prezzi per poter fare le fatture ai clienti». Michele, nel suo piccolo, replica la stessa ritualità della madre, e con la paghetta mensile che riceve, compila un quaderno delle entrate e delle uscite. Abitudine che perde una volta adulto, quando si accomoda dentro il lavoro dipendente Michele approda in una grande multinazionale, dove costruisce una solida carriera e raggiunge una posizione di rilievo. Un giorno però, a causa di una ristrutturazione, gli viene chiesto o di accettare un nuovo ruolo, o di andarsene con una buona uscita. Nonostante la forte responsabilità che sente nei confronti del mantenimento della famiglia, e nonostante i calcoli economici gli suggeriscano di mantenere il posto dipendente, Michele decide di fare il salto nel vuoto, e di accettare la buonuscita: «La proposta che avevo ricevuto metteva in luce il fatto che, evidentemente, non ero più indispensabile». A quel punto, la prima domanda che si fa è: «Ma quanto posso vivere e mantenere la famiglia senza trovare un lavoro?». Questa domanda lo spinge a riprendere l’abitudine che aveva ai tempi dell’oratorio: fare un’analisi dettagliata delle sue entrate e uscite, e grazie a questo piccolo rituale riscopre il valore di avere il pieno controllo delle proprie finanze, al punto da concedersi più piaceri di prima. In quel periodo di piacevole scoperta, Michele si avventura nel mondo degli investimenti, appassionandosi ai temi delle entrate passive e del cash flow. Ed è proprio girando intorno a questi due concetti che decide di lanciarsi nelle locazioni del settore immobiliare e con un socio fonda una società immobiliare per gestirle. Nel frattempo, trova un altro lavoro in un’azienda, che però prende con tutt'altra mentalità rispetto al passato: «Devo dire che dà molta sicurezza avere il piano B, ti dà più leggerezza. Non investi tutto nel lavoro dipendente che può finire da un momento all'altro». Michele oggi ha trovato l’equilibrio tra attività imprenditoriale e attività dipendente e, anche grazie al percorso di Rame, ha dato risposta a una domanda che non si era mai posto, e cioè, quali sono i suoi obiettivi finanziari. 
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    12:35
  • Episodio 89: Il giorno in cui mi arrivarono 29mila euro di tasse da pagare
    Nastasia Felici è una libera professionista che si occupa di comunicazione digitale per artisti e influencer. Nasce a Bergamo in una famiglia in cui, padre insegnante e madre contabile, di soldi si parla solo tra adulti. Cresce dunque senza una chiara percezione della situazione economica familiare. Così, quando inizia a guadagnare, adotta un approccio spensierato: «Tutto quello che ottenevo spendevo. Mia madre si lamentava molto, ma a me il risparmio non interessava». Quando arriva il momento di scegliere l’università, i genitori accettano di investire in una privata, chiedendole però di laurearsi in tre anni. «Il costo era veramente proibitivo. Per i miei, all’epoca, fu una seconda rata del mutuo da pagare». A 21 anni, appena discussa la laurea, Nastasia ottiene un contratto di apprendistato in un’agenzia di comunicazione a Milano. E lì scopre per la prima volta il potere del risparmio: con un gruzzoletto che la madre aveva messo da parte per lei sin da quando era piccola, riesce a comprare un monolocale a Milano. «Spendevo 600 euro di mutuo a fronte di 900 euro di stipendio. Sono stati anni davvero difficili». Dopo cinque anni, frustrata dalla mancanza di opportunità di crescita riservate spesso ai colleghi uomini, cambia lavoro, ma anche nel nuovo impiego resta insoddisfatta. Decide quindi di mettersi in proprio, aprendo una partita IVA. Con il tempo il suo nome si afferma, i guadagni crescono, ma la sua gestione delle finanze non cambia. Continua a spendere tutto quello che guadagna. Nel frattempo, sceglie di vendere il suo monolocale in favore di un bilocale nuovo. La scelta si rivela salvifica perché la nuova casa le permette notevoli risparmi energetici. Oltre a un benefit ancora più importante in termini fiscali: «Non pagavo praticamente tasse perché ero sempre a credito con lo Stato. Anche se mi entrava il lordo di 4.000 euro io ne spendevo 4.500: la questione tasse non mi allarmava minimamente». Proprio mentre è incinta, però, questa visione spensierata del denaro le presenta il conto: «A un certo punto arrivarono 29.000 euro di tasse da pagare, e ricordo che in quel momento io e mio marito avevamo sul nostro conto 15.000 euro, pensando che fossero risparmi. Da lì, sono partite mail e telefonate alla mia commercialista piangendo, e io ho avuto un attacco di panico tale per cui sono finita in pronto soccorso». Questo evento le fa rivalutare l’importanza del risparmio, che per un periodo considera solo uno strumento per far fronte alle tasse. Sarà la nascita della figlia a trasformare ulteriormente la sua visione, aprendola a una gestione più consapevole e strategica delle sue risorse economiche.
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    13:55
  • Percorsi 12: La pubblicità come leva di cambiamento culturale e sociale
    La pubblicità, specchio e motore della società, si evolve per riflettere i cambiamenti culturali, sociali e tecnologici. Dalle affissioni pubblicitarie del primo Novecento ai post sponsorizzati sui social media, il settore ha dimostrato un’enorme capacità di adattamento. In questa puntata di Percorsi, Domitilla Ferrari e Anisa Harizaj esplorano l’evoluzione della pubblicità, mettendo in luce opportunità e sfide, sia sul fronte etico che su quello economico. In particolare, si discute dell’impatto della digitalizzazione, che oggi rappresenta il 60% del mercato pubblicitario globale, e dell’importanza per le aziende di affrontare temi come la sostenibilità e la responsabilità sociale. Un caso esemplare è quello dell’agenzia pubblicitaria Armando Testa, pioniere della creatività in Italia. Fondata nel 1946, è nota per icone storiche come Caballero e Carmencita e per una visione che ha saputo unire arte e marketing. Negli anni, Armando Testa ha continuato a innovare, adattandosi all’era digitale con strategie multicanale e una forte identità visiva. Tra le sue campagne recenti, il Calendario Lavazza e l’iniziativa #PomellatoForWomen sono esempi di come un brand possa promuovere valori etici attraverso la comunicazione. Ospite dell’episodio è Domingo Iudice, co-fondatore di Pescaria e proprietario dell’agenzia Brainpull. Iudice racconta come il successo del fast fish food nato a Polignano sia stato costruito grazie al digital marketing. Dai social media come Facebook e Instagram al passaparola, Pescaria ha combinato una strategia di comunicazione vincente con un prodotto di qualità, diventando un esempio di come la pubblicità digitale possa valorizzare il territorio e creare occupazione. L’episodio invita a riflettere su come il marketing possa essere una leva per il cambiamento culturale e sociale, promuovendo modelli di business etici e sostenibili. Un messaggio chiaro per piccole e medie imprese: innovazione, creatività e attenzione ai valori sono i veri motori del successo.
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    19:35
  • Rituali 08. Irma Testa: «Per anni ho combattuto solo per soldi».
    Irma Testa, classe 1997, è la pugile che ha scritto la storia del pugilato femminile italiano, diventando la prima donna a conquistare una medaglia olimpica. Cresciuta in un quartiere difficile di Torre Annunziata, in Campania, vede la madre lavorare da mattina a sera per mantener lei e i suoi tre fratelli, e respira il senso di comunità del vicinato, che li porta ad aiutarsi a vicenda: «Nel momento in cui non avevamo da mangiare, abbiamo sempre ricevuto aiuto da persone esterne, e allo stesso modo faceva mia madre con gli altri». A 12 anni inizia a frequentare la palestra di pugilato del quartiere, e dopo 2 anni le chiedono di trasferirsi ad Assisi, dove si trova il ritiro della Nazionale. «In una situazione diversa forse mia madre ci avrebbe pensato un pochino. Ma per come stavamo noi, ha colto subito l'opportunità, e mi ha detto di scappare via, di salvarmi, almeno io». A supportarla in quegli anni è la sorella maggiore, che a soli 16 anni inizia a lavorare per permettere ad Irma di inseguire il suo sogno: «Ho vissuto tantissimi anni con il pensiero di voler ripagare in qualche modo mia sorella per l’enorme sacrificio che stava facendo». E ci riesce, perché con i primi successi iniziano ad arrivare anche i primi guadagni. «Erano dei bei soldi per una persona che viene dal nulla, nonostante sia uno degli sport meno pagati al mondo. A noi arrivano le briciole, ma quelle briciole per me erano tantissimo». Inizialmente Irma non ha una vera e propria gestione delle sue spese: compra una casa più grande per la sua famiglia e restituisce il debito simbolico alla sorella per i sacrifici fatti, ma si toglie anche ogni tipologia di sfizio. Tuttavia, con il tempo, si rende conto di come il denaro stia influenzando la sua carriera, portandola a gareggiare solo con l’obiettivo di guadagnare. «Per anni ho combattuto soltanto per soldi. Ed è una cosa bruttissima, perché stai trasformando la tua passione in un’ossessione per il danaro». Oggi, Irma ha trasformato quell’ambizione in un sogno più grande, trovando un nuovo equilibrio. Pianifica il futuro con la sua compagna, risparmiando per il figlio che desiderano avere, e si impegna per la parità salariale nella Federazione pugilistica italiana, sostenendo una giusta retribuzione per uomini e donne.
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    13:31

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Su Rame

Rame è la serie podcast di una community che vuole sfatare il tabù dei soldi. Nasce all'interno di una piattaforma (www.rameplatform.com) che attraverso i suoi contenuti si pone l’obiettivo di avviare una rivoluzione culturale nella società, che trasformi la finanza personale in un argomento di conversazioni audaci e liberatorie. Annalisa Monfreda, ogni settimana, dialoga con un ospite diverso seguendo il filo della sua storia economica. Parlare di soldi può essere intimo e coinvolgente, rivelatorio ed eccitante. E si finisce sempre per svelare chi siamo e ciò in cui crediamo.
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