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livio partiti
Conversazioni intorno ai libri, insieme con gli autoriUn quotidiano culturale"ascoltare fa pensare"www.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podca...

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5 risultati 1000
  • Flavio Fiorani "Noi, i salvati" Jacqueline Goldberg
    Flavio Fiorani"Noi, i salvati"Jacqueline GoldbergValigie Rosse Edizioniwww.valigierosse.itÈ il Male (radicale o banale che sia) inflitto agli ebrei d’Europa dalla macchina dello sterminio nazista ciò che Jacqueline Goldberg ha riscritto in versi. L’archivio cui attinge e che rivive in questo libro sono le interviste audiovisive ai sopravvissuti approdati in Venezuela – oggi conservate presso la USC Shoah Foundation-The Institute for Visual History and Education fondata dal cineasta Steven SpielbergJacqueline Goldberg (Maracaibo, Venezuela, 1966) ha al suo attivo libri di poesia, narrativa, saggistica, testimonianza e di letteratura infantile. Le sue poesie sono state tradotte e pubblicate in più di quindici paesi. Da molti anni si dedica alla scrittura di biografie e autobiografie di sopravvissuti alla Shoah perché la sua famiglia è stata vittima degli orrori della Seconda guerra mondiale. È autrice dei tre volumi dal titolo Exilio a la vida (2006 e 2010) che raccolgono le 120 testimonianze di sopravvissuti all’Olocausto rinati in Venezuela e su cui si è basata per scrivere la «poesia documentale» Nosotros, los salvados (2011 e 2015). Il suo più recente libro per l’infanzia Pitchipoï (Tragaluz 2019) narra del padre e della Shoah. Ha ottenuto il Premio Fundación Cuatro Gatos 2020 e la Menzione speciale: Proposta editoriale del Premio “Los Mejores Libros 2020”, assegnato dal Banco del Libro del Venezuela.Flavio Fiorani (Buenos Aires 1952) è Professore associato di Lingua e Letterature ispaonoamericane presso il Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali (DSLC) dell’Università di Modena e Reggio Emilia. È responsabile di insegnamenti relativi alle letterature e alle culture dell’America di lingua spagnola. I suoi campi di ricerca abbracciano le narrative di viaggio inPatagonia, i processi di transculturazione e gli ibridismi culturali, la cronachistica spagnola della conquista dell’America, la memoria della schiavitù a Cuba, le declinazioni del concetto diRiscrittura nell’ambito dei processi di mediazione linguistica e interculturale e le declinazioni dell’ebraismo nelle letterature ispanoamericane contemporanee.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
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    22:42
  • Giovanni Zagni "Storie false"
    Giovanni Zagni, Michel Pretalli"Storie false"Dai faraoni alle bufale onlineMimesis Edizioniwww.mimesisedizioni.itDai messaggi per il faraone Akhenaton ai Protocolli dei Savi di Sion, un viaggio nelle storie false che hanno influenzato la Storia, quella vera. A volte diffuse in buona fede e con ingenuità, altre volte con secondi fini a sfondo politico e ideologico, le bufale orientano popoli e nazioni da ben prima di essere chiamate fake news.Una divertente raccolta di fatti universalmente conosciuti, come la Donazione di Costantino, e di vicende meno note, come le bizzarre opinioni di Jean Hardouin, secondo cui gran parte delle opere artistiche dell’antichità non fosse autentica, o la diceria per cui la morte di Napoleone avrebbe causato un crollo della Borsa di Londra nel 1814.Nell’ultima parte del libro i lettori troveranno una breve guida al fact-checking, con le indicazioni fondamentali per orientarsi nel mondo dell’informazione di oggi."Falsi racconti hanno sollevato le folle. Le notizie false, in tutta la molteplicità delle loro forme – semplici dicerie, imposture, leggende -, hanno riempito la vita dell’ umanità. Come nascono? da quali elementi traggono la loro consistenza? come si propagano, guadagnando in ampiezza a mano a mano che passano di bocca in bocca o di scritto in scritto? Nessun interrogativo più di questi merita d’appassionare chiunque ami riflettere sulla storia.""Il più delle volte la finta notizia giornalistica è semplicemente un oggetto costruito, è forgiata da una mano operaia con un determinato obbiettivo, per influenzare l’opinione pubblica, per obbedire a una parola d’ordine""Perché la leggenda nasca, sarà ormai sufficiente un avvenimento fortuito: una percezione inesatta, o meglio ancora una percezione inesattamente interpretata.""Una notizia falsa nasce sempre da rappresentazioni collettive che preesistono alla sua nascita; essa non è casuale se non in apparenza, o, più precisamente, tutto ciò che v’è di fortuito in essa è l’incidente iniziale, assolutamente casuale, che scatena il lavorio delle capacità d’immaginazione, ma questa messa in moto non ha luogo se non perché le immaginazioni sono già pronte e in silenzioso fermento. Un avvenimento, una percezione distorta per esempio, la quale non andasse nel senso in cui già propendono gli spiriti di tutti, tutt’al più potrebbe costituire l’origine d’un errore individuale, ma non una falsa notizia popolare e ampiamente diffusa. Se ho l’ardire d’utilizzare un termine cui i sociologi hanno dato un valore secondo me troppo metafisico, ma che è comodo e dopo tutto ricco di senso, la falsa notizia è lo specchio in cui «la coscienza collettiva» contempla le sue fattezze."Marc BlochMichel Pretalli è professore ordinario di italianistica presso l’Université de Franche-Comté.Giovanni Zagni, giornalista, è direttore dei progetti di fact-checking “Pagella Politica” e “Facta”.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
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    20:24
  • Enzo Caffarelli "L'anima medievale nei nomi contemporanei"
    Enzo Caffarelli"L'anima medievale nei nomi contemporanei"Prefazione di Paolo D'AchilleOlschki Editrewww.olschki.itQuanto consapevole è la scelta di chiamare i propri figli Ginevra o Leonardo negli anni Duemila? Quanto efficace risulta la scritta “Chichibio” sull’insegna di un ristorante? E ancóra, quanto profonda può essere l’eredità storico-culturale di un paese di provincia che decide di riesumare il proprio toponimo medievale? Se analizzati con l’occhio vigile dello studioso, certi nomi odierni sembrano rievocare un passato che, semplicemente, non è mai esistito; eppure, il nostro presente appare immerso in quell’universo enigmatico e policromo detto, appunto, “Medioevo”. Tra ricostruzioni e incongruenze, il presente volume si propone come guida per orientarsi nell’affascinante mondo dell’onomastica italiana, alla ricerca della più intima essenza dei nomi contemporanei.Enzo Caffarelli, allievo di Luca Serianni, ha fondato la «Rivista Italiana di Onomastica-RIOn», che tuttora dirige. È stato professore presso l’Università di Roma “Tor Vergata”, tenendo corsi sui nomi propri e coordinando il LIOn-Laboratorio internazionale di onomastica. È consulente dell’Accademia della Crusca per l’onomastica e la deonomastica, dell’Enciclopedia Treccani on-line («La lingua italiana») e ha collaborato con il progetto panromanzo PatRom (Patronymica Romanica). Ha contribuito in maniera significativa allo sviluppo in Italia degli studi di antroponimia (specie cognomi) e toponomastica (odonimi) e quelli innovativi su crematonimia (marchi commerciali), transonimia (dal nome proprio al nome proprio di differente tipologia), mode onomastiche, deonomastica e onomastica letteraria. IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
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    29:32
  • Dario Ceccarelli "Le ragazze irresistibili"
    Dario Ceccarelli"Le ragazze irresistibili"Le donne vincenti nello sport italianoMinerva Edizioniwww.minervaedizioni.itLoro, le ragazze irresistibili, non lo sapevano. Ma hanno fatto andare avanti anche la storia. Chi pedalando, come Alfonsina Strada, chi correndo, come Ondina Valla, chi giocando a tennis, come Lea Pericoli. Eleganti, appassionate, orgogliose delle loro imprese. E anche molto, molto testarde: perché solo con una discreta faccia tosta si può lottare contro secoli di pregiudizi. Non piacevano alla Chiesa e alla dittatura fascista. Non piacevano alla maggior parte degli uomini, che si vedevano sfidati nei loro territori. E nemmeno alle altre donne che le consideravano, nel migliore dei casi, matte da legare, fanatiche senza pudore.Nel dopoguerra anche la nascente Repubblica le ha guardate con sospetto. Per imporsi hanno dovuto essere più brave per forza. Allenarsi senza pause con sacrifici doppi e rimborsi dimezzati. Alcune non ce l’hanno fatta per i figli da seguire, mariti da rabbonire, lavori da non perdere.Altre invece sono andate avanti. Nel nuoto Novella Calligaris e Federica Pellegrini. I riccioli al vento di Sara Simeoni nel salto di Mosca. Il contagioso sorriso di Deborah Compagnoni, regina dello slalom. Pioniere che hanno fatto da apripista a Josefa Idem e Valentina Vezzali. A Federica Brignone e Sofia Goggia. A Bebe Vio e alle ragazze paralimpiche. Prefazione di Diana BraccoIntroduzione di Silvia SalisPostfazione di Lella CostaDario Ceccarelli è nato a Milano il 12 giugno 1955. Giornalista professionista dal 1986, docente di Giornalismo, ha collaborato con diverse testate tra le quali “l’Unità” – per cui ha seguito 11 Giri d’Italia, 5 Tour de France, decine di classiche, diversi mondiali di ciclismo e di calcio –, “Metropolis”, “Diario” e “Tuttobici”.Dal 2000 al 2019 è stato responsabile delle news a Radio 24 e oggi è tra gli opinionisti della redazione online de “Il Sole 24 Ore” di cronaca e sport. Nel 2010 come autore della rubrica Il Graffio ha vinto il premio Satira Forte dei Marmi e nel 2014 il premio Gruppo Giornalisti Lombardo Gualtiero Zanetti.È autore di Quasi Nemici (Edizioni Minerva, 2021) e di Mi ritorni in mente (Il Sole 24 Ore, 2023).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
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    21:22
  • Maria Luisa Frisa "I racconti della moda"
    Maria Luisa Frisa"I racconti della moda"Einaudi Editorewww.einaudi.itÈ la forma d'arte piú contraddittoria di tutte. Visionaria e insieme classica, pop ma anche snob, fieramente ignorata da molti eppure capace di muovere il mondo. La moda è un prisma: cultura e industria, sogno irraggiungibile e necessità quotidiana, haute couture e fast fashion. Ma in tutti questi anni, come l'ha raccontata la letteratura? E cosa ne sappiamo noi, veramente? Tra grandi nomi e riscoperte che non potremo piú dimenticare, in questa raccolta scintillano voci, sguardi e immaginari diversissimi, cuciti in un disegno audace, eclettico e divertente, pieno di intelligenza. Un viaggio dai salotti sfarzosi di inizio Novecento fino alle passerelle e ai flash dei giorni nostri, dai fruscii dell'atelier ai corpi iconici di domani.La moda è un linguaggio universale, che ci parla di noi e del tempo in cui viviamo. Ogni giorno, ogni volta che usciamo di casa, stiamo decidendo come mostrarci al mondo: dobbiamo sapere che tutto ciò che indossiamo è una forma d’arte progettata per noi da chissà chi. Maria Luisa Frisa quest’arte la conosce benissimo, la teorizza e la narra da anni. E in questa raccolta si serve di alcuni grandi racconti per dar forma al suo moda-pensiero, usando la letteratura come strumento per parlare di corpi, e degli abiti con cui si mostrano, e delle società che attraversano. Immaginando la moda come un affaccio panoramico sul mondo. Troverete, tra gli altri, Joyce Carol Oates che racconta di ragazze, consenso e abuso nell’America profonda, Pier Vittorio Tondelli con una riflessione su musica, stile e cravatte, Bret Easton Ellis che mette in scena la ricca disperazione del jet set di Los Angeles. Mentre Stefano Pistolini parte dal mito fondativo di Woodstock per capire l’impatto delle ondate giovanili sulla società dei consumi, Flavia Piccinni ci mette in guardia sui pericoli delle sfilate per bambini e ci fa entrare in quell’universo parallelo che è la moda per l’infanzia. E poi scoprirete la parabola di un artista fuori dagli schemi come Leigh Bowery, mondi immaginari in cui gli abiti diventano grandi come interi palazzi e le donne ci si nascondono dentro; assisterete a spettacoli fetish con luci soffuse, lacci e forbici, e vi misurerete con testi rivelatori come quello di Jhumpa Lahiri sui tanti significati che assume l’uso della divisa nella scuola dell’obbligo. E ancora, una serie di recuperi d’eccezione: Irene Brin, Gianna Manzini e la moda maschile secondo Lucio Ridenti. Infine, un dono: un racconto disperso e ritrovato di Michela Murgia.Maria Luisa Frisa, teorica della moda e curatrice, professoressa ordinaria all'Università Iuav di Venezia, dove ha fondato il corso di laurea in Design della moda e Arti multimediali. Dirige la rivista accademica «Dune». Le ultime mostre: Bellissima. L'Italia dell'alta moda 1945-1968 (Roma, MAXXI, 2014-15; Bruxelles, BOZAR, 2015; Monza, Villa Reale, 2015-16; Fort Lauderdale, NSU Art Museum, 2016); Italiana. L'Italia vista dalla moda 1971-2001(Milano, Palazzo Reale 2018); Memos. A proposito della moda in questo millennio (Milano, Museo Poldi Pezzoli, 2020); Memorabile. Ipermoda (Roma, MAXXI 2024-25). Gli ultimi libri: Le forme della moda (Il Mulino, 2022) e I racconti della moda (a cura di) (Einaudi 2024).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
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    30:20

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