"Non siamo noi a creare la storia, ma è la storia a creare noi" (Martin Luther King ). Perché proporre una rilettura della storia? Perché la storia è il più bel...
Mentre a Parigi i tumulti abbattono la monarchia, l’esercito prussiano avanza ai confini della Francia, il 2 settembre giunge ad occupare Verdun, la strada per Parigi sembra aperta. L’emergenza fa sollevare la Francia, a Parigi tre giorni di massacri sconvolgono la città; al fronte affluiscono volontari da tutto il paese e, sorprendentemente, un’armata di reclute male equipaggiate e prive di addestramento riesce a fermare a Valmy, il 20 settembre 1792, l’esercito più preparato e più forte d’Europa. “Da questo luogo e da questo giorno comincia un’era nuova nella storia del mondo”.Wolfgang Goethe
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La Rivoluzione Francese - Parte IV
L’Assemblea Costituente aveva concluso i suoi lavori il 30 Settembre 1791 ed era stata sostituita da un nuovo organo, la Legislativa, in cui assunse presto una posizione di preminenza un gruppo di delegati provenienti, per buona parte, dalla zona di Bordeaux, la Gironda, detti anche per questo “Girondini”. Ai Girondini si deve la decisione dell’entrata in guerra contro Austria e Prussia, guerra che si riteneva facile e vittoriosa, che invece volgerà presto al peggio con l’avanzata dell’esercito prussiano ai confini. Il pericolo alle frontiere eccita le folle parigine che, con l’assalto alle Tuileries obbligano l’Assemblea a sancire la caduta della monarchia.
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La Rivoluzione Francese - Parte III
La presa della Bastiglia aveva obbligato il Re a prendere atto della nuova realtà, un’Assemblea, in rappresentanza del popolo, aveva preso la guida della nazione. La Costituente così poté iniziare i suoi lavori, che non si limitarono alla stesura di un testo di costituzione, ma che riformarono in profondità la struttura sociale, economica e politica della Francia. Alla conclusione dei lavori della Costituente, dopo la firma del sovrano della Costituzione, sembrò a tutti che la Rivoluzione fosse terminata, che una nuova era di pace e prosperità si aprisse per la Francia. Così non sarà.
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La Rivoluzione Francese - Parte II
La crisi dell’Ancien Regime, i cui motivi antichi e profondi abbiamo esaminato nella precedente conversazione subì, agli inizi del regno di Luigi XVI, una improvvisa accelerazione, a causa del baratro in cui stava sprofondando la finanza pubblica; per sanare una situazione divenuta ormai drammatica era stato chiamato a Parigi un finanziere svizzero, Jacques Necker, la cui opera, però, si era dimostrata insufficiente a risolvere i problemi di fondo della Francia, che erano di natura fiscale e, quindi, politica. Giunto allo stremo, l’esecutivo si era risolto a rivolgersi al Paese, con la convocazione degli Stati Generali, che nei periodi precedenti costituivano un organo consultivo per la monarchia; in questo caso, al contrario, i delegati, una volta riuniti, pretesero di disporre di un potere reale, in qualità di delegati della nazione e si costituirono in Assemblea Nazionale, con l’impegno di dare alla Francia una Costituzione. La rivolta di Parigi, con la presa della Bastiglia, sancì e rese irrevocabile l’investitura dell’Assemblea.
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La Rivoluzione Francese - Parte I
Le vere rivoluzioni non si limitano a sommosse o rivolte dovute a miseria o carestie, ma danno luogo a grandi cambiamenti politici, sociali ed economici; si preparano a lungo, sotto superficie, ed esplodono in forma inattesa, con impeto irresistibile, che travolge spesso gli stessi fautori dei cambiamenti. Le crisi dell’Ancien Regime, causa prima della Rivoluzione Francese, fu dovuta allo scollamento profondo tra realtà economica ed ordinamento politico della nazione, che era in corso di maturazione da più di un secolo, ebbe il collante ideologico del pensiero illuminista, esplose infine per uno specifico fatto contingente, una grave crisi finanziaria.
"Non siamo noi a creare la storia, ma è la storia a creare noi" (Martin Luther King ). Perché proporre una rilettura della storia? Perché la storia è il più bel romanzo che sia mai stato scritto; se rivista, partecipata nel modo giusto, ci può coinvolgere ed appassionare, può persino insegnarci qualcosa.Va riletta però in un modo diverso, più aderente allo spirito che la anima; troveremo allora situazioni, personaggi, episodi vicini, in forma inattesa, alla nostra realtà. Faremo domande ed avremo risposte o ci nasceranno nuovi dubbi, troveremo forse qualche scintilla di verità.
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