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Un dittatore non eletto. Un comico mediocre. L'unica cosa che sapeva fare bene era muovere Biden come una marionetta. Con queste parole il presidente americano Donald Trump ha apostrofato il presidente Volodymyr Zelensky, dopo aver detto anche che la guerra è stata cominciata dall'Ucraina. Siamo davanti a un cambio di marcia importante nella politica estera americana? Ne parliamo con Giovanni Borgognone, docente di Storia delle dottrine politiche all’Università di Torino, e con Marc Lazar, storico e sociologo della politica, titolare della cattedra Bnl Bnp Paribas all'Università Luiss Guido Carli.
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Guerra in Ucraina: la diplomazia a geometrie variabili
Riad o Ankara? Europa sì o Europa no? Mentre a Parigi anche oggi si discute su come far valere gli interessi dell'Europa e di tutta la Nato ai tavoli per la pace in Ucraina, il presidente Zelensky, preoccupato per l'esclusione dal primo incontro a Riad, cerca la sponda del presidente Erdogan che si dice pronto, visti i trascorsi di successo, ad accogliere i prossimi negoziati e ad occuparsi della regolamentazione dei traffici navali commerciali nel Mar Nero. Ne parliamo con Danilo Ceccarelli, nostro collaboratore a Parigi, il colonnello Orio Giorgio Stirpe, ufficiale in riserva dell’Esercito Italiano specializzato in intelligence operativa, e con Riccardo Alcaro, coordinatore delle ricerche e responsabile del programma "Attori globali" dell'Istituto Affari Internazionali.
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Dopo il vertice di Parigi, quello di Riad
Si è concluso l'incontro diplomatico che a Riad ha visto riuniti, per la prima volta dopo tre anni, i rappresentanti di Russia e Stati Uniti. "Un traguardo, quello dell'apertura dei negoziati sulla guerra in Ucraina, che solo il presidente Trump è riuscito a raggiungere", ha sottolineato il segretario di Stato americano Marco Rubio, che ha anche aggiunto che i negoziati coinvolgeranno l'Ucraina e i partner europei. Ne parliamo con Michele Marchi, professore di Storia contemporanea all'Università di Bologna, e con Antonella Scott, giornalista de Il Sole 24Ore esperta di Russia.
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A Parigi il vertice che rincorre Trump
Mentre Stati Uniti e Russia si preparano per il vertice di Riad, il presidente Macron organizza un summit a Parigi per discutere di difesa e sicurezza europee. Un incontro preparato alla svelta per trovare una risposta all’esclusione dell’Europa dalle decisioni sull’Ucraina. Ne parliamo con Danilo Ceccarelli, nostro collaboratore a Parigi, Antonino Occhiuto, analista del Gulf State Analytics, e con Ivanna Klympush-Tsintsadze, parlamentare ucraina, presidente della Commissione parlamentare per l'integrazione dell'Ucraina nell'Ue.
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Conferenza di Monaco: JD Vance maestro di valori
"La minaccia per l'Europa non proviene dalla Russia o dalla Cina ma dal suo interno". Con queste parole il vice presidente JD Vance parla, alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, della perdita dei valori democratici europei, quelli che il vecchio Continente ha da sempre condiviso con gli Stati Uniti. Anche alla Conferenza sulla Sicurezza, quindi, si conferma la percezione trasmessa dalle mosse politiche statunitensi nei giorni scorsi: l'Europa perde la sua posizione di partner privilegiato degli Stati Uniti e la distanza tra le due potenze occidentali è sempre più marcata. Ne parliamo con Riccardo Sessa, presidente della Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale, già ambasciatore d’Italia a Belgrado, Teheran, Pechino e alla Nato.Intanto, in Repubblica Democrratica del Congo, le forze ribelli dell'M23 continuano ad avanzare fino a bloccare l'aeroporto che serve Bukavo. Ne parliamo con Marco Doneda, vice capo missione di Medici Senza Frontiere a Goma.
Storie, notizie, analisi, per raccontare ogni giorno tutto ciò che accade fuori dai confini italiani. Fatti apparentemente lontani che ci riguardano sempre di più, quotidianamente. Dopo un anno di reportage, Giampaolo Musumeci posa lo zaino, accende il microfono e accoglie reporter, fotografi, analisti, i più autorevoli a livello internazionale.