Un format temerario che sfida le logiche radiofoniche: una coppia di conduttori che si autodefinisce “improbabile”, composta da Paolo Ruffini e Federico Parlant...
"Trump e Trampolini" esplora i rischi e le opportunità di ogni salto, dalla politica alla vita quotidiana. Paolo Ruffini e Federico Parlanti giocano sull’equivoco tra trampolini reali e metaforici, riflettendo con ironia su Donald Trump e sul coraggio di lanciarsi nel vuoto. Una puntata ricca di gag e intuizioni, che invita a trasformare le cadute in nuovi slanci.
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Sogni e biso...
Da cosa nascono i sogni? È vero che grandi sogni nascono solo da grandi desideri oppure contano anche i bisogni? E che ruolo hanno avuto i grandi sogni nella storia e nel pensiero? A queste grandi domande (ma anche ad altre, piccole e medie) provano a rispondere, ingarbugliandosi e divagando spesso e volentieri tra fraintendimenti ed equivoci, Paolo Ruffini e Federico Parlanti, attori e sognatori di professione. Al loro fianco, a sorreggerli nell’indagine, Lamberto Giannini, pedagogista e docente di storia e filosofia presso il Liceo Classico Niccolini Palli di Livorno.
Un format temerario che sfida le logiche radiofoniche: una coppia di conduttori che si autodefinisce “improbabile”, composta da Paolo Ruffini e Federico Parlanti, esplorano l’universo dell’equivoco, dove ogni errore diventa un’occasione, per ridere, riflettere e rompere gli schemi convenzionali.Federico, infatti è il primo conduttore radiofonico italiano con la Sindrome di Down, e con orgoglio e ironia rivendica il suo cromosoma extra, che usa a proprio vantaggio per sabotare Paolo, creando con lui un intreccio surreale ed esilarante, scandito da brillante ironia.Tra stonature colorate e parentesi filosofiche, insieme indagano i temi più disparati, dall’attualità alla musica, dalla storia recente al cinema, passando per chicche di cultura popolare davvero uniche. Perché Radio Up&Down è un invito a lasciarsi trasportare in un mondo dove ogni idea può essere commentata, esplorata, ribaltata. Perché, in fondo, non è l’errore che conta, ma come lo si trasforma.