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  • Pronti per KEY: la kermesse dell’energia ai blocchi di partenza
    Torna KEY, l’Expo della transizione energetica, dal 5 al 7 marzo alla fiera di Rimini. Anche quest’anno la seguiremo da vicino. In questa puntata partiamo dai numeri della manifestazione e da un breve excursus su alcuni dei temi più dibattuti in oltre un centinaio di incontri, i quali altro non fanno che riflettere i settori più caldi del momento: si va da evergreen come il fotovoltaico, settore ormai maturo e che finalmente marcia a ritmi adeguati; all’eolico offshore, che al contrario è nella fase iniziale ma su cui si ripongono molte speranze; fino al mondo degli accumuli (batterie, idrogeno ecc.) necessari per accompagnare la crescita delle fonti rinnovabili, ma discontinue, come il sole e il vento. Poi ancora agrivoltaico, mobilità elettrica, e, infine, al centro del dibattito di molti appuntamenti di KEY, il futuro incerto del mondo dell’edilizia residenziale. Ospiti della puntata: Corrado Peraboni, CEO di Italian Exhibition Group; Gianni Silvestrini, Presidente del Comitato Scientifico di KEY.
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  • DIANA, la “cabina medica” per fare 60 esami in 15 minuti
    Non è il lettino di Star Trek, su cui il paziente si sdraia e che rileva tutto il possibile. Ma la direzione non è così diversa. Parliamo di DIANA. Nata al Centro Nazionale per lo Sviluppo di terapia genica e farmaci con tecnologia a RNA, è una cabina monoposto in cui un paziente può eseguire 60 esami medici in 15 minuti: un dispositivo medico, quindi, pensato per scattare una fotografia del paziente e fare “il punto della situazione” in modo estremamente rapido. Un bisogno già attuale, che diventerà sempre più forte col progressivo sviluppo della medicina personalizzata, dove si mira a terapie, come quella genica, che si basano sulle condizioni e sulle caratteristiche uniche di ogni paziente. Ce ne parla Rosario Rizzuto, professore di Patologia generale ed ex rettore dell’Università di Padova, nonché presidente della Fondazione che coordina l’attività del Centro Nazionale per lo Sviluppo di terapia genica e farmaci con tecnologia RNA.
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  • Perché usare l’acqua come nuovo propellente spaziale
    È possibile usare l’acqua come propellente nei satelliti e nei veicoli spaziali? È questa la sfida di Water-based Electric Thrusters (WET), progetto di ricerca Horizon Europe coordinato dall’Università di Bologna. Il progetto ha l'obiettivo di esplorare il comportamento del plasma generato dall’acqua come propellente, in un nuovo tipo di propulsore elettrico da utilizzare sui satelliti spaziali. Il principio di azione-reazione vuole che se lanciamo una massa in una direzione, riceviamo una spinta nella direzione opposta. Su questo principio si basa la propulsione nello spazio, e ciò implica portarsi dietro una massa da espellere. L’acqua non è un carburante, ma nei motori ionici è una massa da espellere buona come un’altra. E ha un vantaggio: si trova quasi ovunque nel sistema solare ed è molto più facile da estrarre di altri possibili propellenti. Parliamone con Fabrizio Ponti, professore al Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Bologna.
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  • Come trasformare la CO2 in un “antiacido” per il mare
    Stoccare in modo permanente la CO2 nell’acqua di mare sotto forma di bicarbonato, senza effetti deleteri per l’ecosistema. L’idea non è solo oggetto di valutazione da parte degli scienziati, ma è già una start-up: Limenet, che oggi dispone del più grande impianto al mondo di questo tipo. La cattura e il sequestro della CO2 è notoriamente una delle alternative nella lotta al cambiamento climatico, e ci sono diversi approcci allo studio. Il processo messo a punto da Limenet ha il vantaggio di richiedere materie prime molto comuni (il carbonato di calcio, cioè in pratica il calcare) e di offrire una forma di stoccaggio estremamente semplice: la dispersione in mare, dove per di più il bicarbonato combatterebbe l’acidificazione delle acque. Ce lo racconta Stefano Caserini, professore di Cambiamenti climatici e di Ingegneria ambientale dell’Università di Parma.
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  • Dalla luce liquida alle spirali di luce, ovvero le nanotecnologie e il futuro della Fotonica
    Far fare alla luce il contrario di quello che siamo abituati ad associare al suo comportamento è la specialità dell’ospite di questa puntata. Siamo nel campo delle nanotecnologie, quel campo della ricerca scientifica specializzato nello sminuzzare la materia fino al punto in cui materiali comuni, dalle proprietà comuni, iniziano ad esibire comportamenti inaspettati, sorprendenti, strani. Così, con materiali di questo genere, è possibile per esempio convincere la luce a muoversi a spirale, oppure a scorrere come un liquido senza attrito lungo un condotto. Tutte cose che potrebbero servire alle future tecnologie fotoniche, su cui c’è moltissima ricerca in tutto il mondo: pensiamo, per esempio, al calcolo ottico, su cui si punta per abbattere drasticamente il consumo dei computer e dei data center. Ne parliamo con Antonio Ambrosio, direttore del Vectorial Nano-imaging lab dell’IIT.
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Su Smart City

Il drammatico uno-due della pandemia seguita dal conflitto in Ucraina ha contribuito dolorosamente a un passaggio culturale importante, facendoci finalmente realizzare che la transizione ecologica è uno strumento per conseguire una maggiore indipendenza dalle importazioni di materie prime, energia e semilavorati, da cui le economie europee sono estremamente indipendenti. Le soluzioni proprie della crisi ecologica (dalle fonti rinnovabili al ciclo idrico integrato, dall'economia circolare alla fusione nucleare) si rivelano infatti essere ciò che serve per affrontare la crisi geo-politica, energetica ed economica che ci attanaglia.Lo speciale estivo di Smart City "La transizione ecologica in tempo di crisi" racconta i punti di contatto tra le crisi del nostro tempo, e la ricerca di possibili soluzioni comuni, affrontando temi quali la gestione dell'acqua, le opportunità offerte dalle energie forestali e marine, le sfide dei sistemi di stoccaggio energetico sostenibili e della fusione nucleare.Scopri il podcast originale  Smart City XL 
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