Sostenibile e tascabile: ecco il “processo Ginny” per produrre l’ammoniaca - 2ª parte
Produrre ammoniaca - una delle più importanti materie prime seconde - direttamente da aria e acqua, con un processo completamente elettrificato che ricorda da vicino l’elettrolisi dell’acqua. È questo l’obiettivo del progetto Ginny, di cui parliamo dalla puntata precedente e che si inserisce nel filone di ricerca di alternative al processo Haber Bosh per la produzione dell’ammoniaca, uno dei processi chimici più importanti ma più energivori. Oltre all’efficienza elevata, una caratteristica distintiva del progetto Ginny è la possibilità di effettuarlo su piccola scala, tanto da lasciare immaginare che gli agricoltori possano usarlo per prodursi l’ammoniaca necessaria a fertilizzare i campi, insieme ad altri sottoprodotti altrettanto utili come l’idrogeno. Ne parliamo con Federico Bella, professore di Chimica al Politecnico di Torino.
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Sostenibile e tascabile: ecco il “processo Ginny” per produrre l’ammoniaca - 1ª parte
Il processo Haber-Bosh per la produzione di ammoniaca, inventato agli inizi del ‘900 da Frizz Haber, è uno dei più importanti della storia della chimica. L’ammoniaca infatti è essenziale per la produzione di fertilizzanti e trova impiego anche nella produzione di plastiche, fibre sintetiche, esplosivi, farmaci, solventi e fluidi refrigeranti.Tuttavia il processo Haber Bosch è estremamente energivoro, motivo per cui il mondo della ricerca è fortemente impegnato a cercare delle alternative. Come ci racconta Federico Bella, professore di Chimica del Politecnico di Torino, il progetto Ginny, da lui ideato e finanziato con un ERC Grant dall’UE, consiste in un nuovo processo, completamente elettrificato, per sintetizzare ammoniaca direttamente da aria e acqua.
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Resilco: la startup che trasforma i rifiuti industriali in materiali per l'edilizia
Trasformare rifiuti industriali in materiale da costruzione, sequestrando al tempo stesso anidride carbonica e stoccandola in modo stabile. Questo è l'obiettivo di Resilco, una startup che da poco ha chiuso un round di finanziamento da 5 milioni di euro, partecipato anche da finanziatori istituzionali, con cui punta a costruire anche un primo impianto pilota nel 2026. Il principio su cui si basa il processo industriale di Resilco chiama in causa la carbonatazione, una reazione chimica che trasforma in carbonati la CO2 atmosferica quando reagisce con altri composti presenti nell'ambiente. In natura, questi processi sono però troppo lenti per rimuovere la CO2 alla velocità che ci servirebbe. Si stanno quindi studiando diversi approcci per accelerarli. Di uno di questi ci parla David Cagieco Mugnos, fondatore e CEO di Resilco.
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Sizable: una centrale idroelettrica in fondo al mare
Una centrale idroelettrica in fondo al mare. Si potrebbe sintetizzare così l’idea alla base di Sizable, start-up i cui ideatori hanno messo a punto un sistema per utilizzare il salto gravitazionale che esiste tra la superficie e il fondo del mare. Così come le centrali idroelettriche alpine utilizzano il salto gravitazionale esistente tra la montagna e il fondovalle per produrre energia e, quando serve, accumularla ripompando l’acqua in senso inverso dalla valle al bacino idrico in quota. I ripompaggi possono svolgere un ruolo strategico per lo sviluppo delle fonti rinnovabili, ma le condizioni orografiche per realizzarli si trovano raramente. Sizable propone un meccanismo analogo in mezzo al mare, grazie a due serbatoi, uno a pelo d’acqua e uno poggiato sul fondo del mare, collegati da un tubo entro cui scorre acqua di mare super salata, più pesante di quella marina. Ce lo spiega Simone Biondi, Responsabile dello Sviluppo di Sizable.
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Nanostelle per diagnosticare precocemente il cancro
Diagnosticare il cancro con un esame del sangue: ancora non ci siamo, ma quel giorno potrebbe non essere così lontano. E tra i progetti che mirano questo obiettivo ora c’è anche STELLAR: ideato da Laura Fabris, oggi al Politecnico di Torino, mira a dar vita a un test che permetta di diagnosticare precocemente il tumore alla prostata (nello specifico caso con un esame delle urine) e successivamente altri tumori grazie alle analisi del sangue. Il gruppo di Fabris è specializzato nella fabbricazione di particolari nanoparticelle a forma di stella, dotate di numerose proprietà peculiari, che utilizzerà in questo caso per attirare e concentrare su sé stesse degli specifici frammenti di microRNA rilasciati dalle cellule tumorali, presenti nei fluidi corporei ma in concentrazioni fin qui troppo basse per essere analizzati. Ne parliamo, appunto, con Laura Fabris, Professoressa di Fisica al Dipartimento di Scienze Applicate e Tecnologia del Politecnico di Torino.
Il drammatico uno-due della pandemia seguita dal conflitto in Ucraina ha contribuito dolorosamente a un passaggio culturale importante, facendoci finalmente realizzare che la transizione ecologica è uno strumento per conseguire una maggiore indipendenza dalle importazioni di materie prime, energia e semilavorati, da cui le economie europee sono estremamente indipendenti. Le soluzioni proprie della crisi ecologica (dalle fonti rinnovabili al ciclo idrico integrato, dall'economia circolare alla fusione nucleare) si rivelano infatti essere ciò che serve per affrontare la crisi geo-politica, energetica ed economica che ci attanaglia.Lo speciale estivo di Smart City "La transizione ecologica in tempo di crisi" racconta i punti di contatto tra le crisi del nostro tempo, e la ricerca di possibili soluzioni comuni, affrontando temi quali la gestione dell'acqua, le opportunità offerte dalle energie forestali e marine, le sfide dei sistemi di stoccaggio energetico sostenibili e della fusione nucleare.Scopri il podcast originale Smart City XL