Serial killer e non solo. Un podcast a base di crimine e scienza in cui si alternano le voci di Sara Uslenghi, giornalista e Cristina Brondoni, criminologa e sc...
Tamara Samsonova: la granny ripper di San Pietroburgo
Tamara Samsonova ha ucciso almeno quattro persone, tra cui il marito, ed è sospettata di averne ammazzata un'altra decina. Dopo gli omicidi, per sbarazzarsi dei corpi li ha fatti a pezzi e li ha sistemati in sacchi di plastica per poi gettarli poco distante da casa. È stata soprannominata Granny Ripper, la nonnina squartatrice, perché quando è stata arrestata era quasi 70enne. Le telecamere a circuito chiuso del palazzo l'hanno ripresa mentre scendeva le scale con i sacchi e una pentola: nella pentola c'era la testa della sua ultima vittima.
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23:35
Vlado Taneski: il giornalista serial killer
Vlado Taneski è stato un giornalista e un serial killer. Probabilmente per una tremenda invidia professionale ha deciso di uccidere al solo scopo di poter dire che anche nella sua città, Kičevo, Macedonia del Nord, era attivo un serial killer. I fatti sono accaduti tra il 2004 e il 2008, anno dell'arresto e della morte di Taneski. Nel 2024 Cristina Brondoni, giornalista e criminologa, è andata Kičevo sulle tracce di Taneski e ha intervistato una persona che lo conosceva bene.
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21:58
Staging: sembrava un omicidio
Talvolta chi fa staging fa sembrare l'omicidio... un omicidio. Solo che prova ad addossarne la responsabiltà ad altri, anche ignoti. Magari un rapinatore particolarmente violento - la classica "rapina finita male" - o un serial killer o un assassino "venuto da fuori" o "da lontano". Insomma. Qualcun altro. O qualcun'altra.Lo staging, in questi casi, è più che altro verbale, il o la killer tende a depistare le indagini fornendo testimonianze fasulle. Può capitare che sulla scena del crimine lasci falsi indizi così da portare gli investigatori a credere qualcosa di diverso, spesso screditando la vittima: è stata uccisa perché era nel giro della droga o della prostituzione. Quando invece non è affatto vero. Cristina Brondoni racconta gli staging in cui l'omicidio pare proprio un omicidio.
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31:43
Staging: sembrava una morte naturale
La morte naturale o per qualche patologia pregressa è all'ordine del giorno. Non stupisce quindi che non vi siano particolari indagini. A meno che amici e parenti della vittima non avanzino qualche sospetto su qualcuno. Come accade nei casi di staging in cui l'assassino o l'assassina ha fatto passare l'omicidio per una morte naturale. Lo staging preferito degli angeli della morte.
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34:32
Staging: sembrava un suicidio
Lo staging sulla scena del crime è organizzato da chi ha commesso l'omicidio e vuole allontanare da sé i sospetti. Talvolta, quando autore e vittima hanno una stretta relazione o si conoscono molto bene, l'assassino fa passere l'omicidio per un suicidio. Magari mettendo in mano al morto la pistola fumante. O facendo finta che si sia impiccato. O, ancora, che sia morto per aver ingerito dei tranquillanti. Ma in cosa si differenzia un suicidio da un omicidio? Quanti sono i suicidi in Italia? E quali sono i casi in cui un omicidio è stato archiviato come suicidio? E i colpevoli vengono presi? A queste e ad altre domande risponde Cristina Brondoni, giornalista, criminologa e scrittrice.
Serial killer e non solo. Un podcast a base di crimine e scienza in cui si alternano le voci di Sara Uslenghi, giornalista e Cristina Brondoni, criminologa e scrittrice. Chi sono i cattivi? Come si comportano? E perché si comportano così?L'assassino o l'assassina arriva a uccidere perché ha premeditato il tutto, o perché ha avuto un moto di rabbia che l'ha spinto o spinta a un gesto inconsulto quanto definitivo. Le storie di assassini e assassine, dei loro crimini e un'analisi delle motivazioni.